La Romagna della cultura saluta Goffredo Fofi

Cultura
  • 11 luglio 2025

L’intellettuale Goffredo Fofi è morto ieri all’età di 88 anni. Fofi (Gubbio, 15 aprile 1937 – Roma, 11 luglio 2025) è stato anche saggista, attivista, giornalista e critico cinematografico, letterario e teatrale.

La sua era una presenza fissa al Santarcangelo festival la cui edizione si chiude proprio domani. «Salutiamo Goffredo Fofi, intellettuale libero, critico teatrale lungimirante e appassionato. Il suo Straniero ha accompagnato a lungo Santarcangelo festival» dicono. E aggiunge il presidente Giovanni Boccia Artieri: «Lavoreremo in gruppo ma un po’ più soli. Buon viaggio...».

Sammauroindustria saluta il grande critico cinematografico Goffredo Fofi, nome di primo piano del panorama culturale italiano. Fofi partecipò nel 2019 a una serata della rassegna del Giardino della poesia a San Mauro Pascoli, invitato dal direttore artistico del festival, Gianfranco Miro Gori. “Il bisogno di poesia e di rivoluzione”: questo il titolo della serata che tenne incollato il numerosissimo pubblico nel giardino della casa natale del poeta. Curioso come si arrivò alla definizione del tema di quell’evento. «Contattai Fofi per una serata sul cinema – racconta Gori –. Lui mi rispose invece che sarebbe venuto a parlare di poesia e rivoluzione. Alla mia richiesta sul perché di quella scelta mi disse che la poesia è un elemento fondamentale della rivoluzione. Sono parole che non ho mai dimenticato». Nell’occasione Fofi visitò con grande attenzione e interesse i luoghi pascoliani: il museo nella casa natale di Giovanni Pascoli e La Torre Villa Torlonia.

«Con Goffredo – scrive invece il Teatro delle Albe – se ne va non solo un amico con il quale abbiamo intessuto una relazione profonda e pluridecennale, ma anche e soprattutto uno degli ultimi veri eretici del nostro tempo, capaci di insegnarci, nel modo più radicale e senza sconti, la necessità bruciante della messa in discussione e del sovvertimento di ogni luogo comune, di ogni stereotipo e di ogni falso mito di questa nostra cultura occidentale.

Una di quelle partenze che lasciano un vuoto reale e tangibile nel mondo in cui ci troviamo. Specie qui e ora, nel tempo tetro che stiamo attraversando».

Chiara Lagani, della compagnia ravennate Fanny & Alexander, scrive: «Si fa fatica anche solo a realizzare che non si potrà più ascoltarlo, andarlo a trovare, ricevere dritte, rimbrotti e consigli. Gli dicevi: sai Goffredo, adesso sto facendo questo. E lui immediatamente ti riempiva di idee, scoraggiava il superfluo, ti faceva venire nuovi desideri, scatenava intuizioni che non avresti mai trovato da solo. L’ondata di affetto e dolore che oggi si sta propagando parla da sola. Ha davvero unito dei mondi, ci ha messo tutti in contatto, ha inventato delle possibilità che noi ancora nemmeno immaginavamo, lui che vedeva più lontano e prima».

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