L'astrofisico bellariese che studia i buchi neri a Miami

Cultura

“I always assume that what I see is not what I am looking for” (Presumo sempre che quello che vedo non sia quello che sto cercando). Questa citazione campeggia al centro di una sala del Phillip and Patricia Frost Museum of Science di Miami ed è dell’astrofisico bellariese Nico Cappelluti, professore all’Università di Miami da un paio di anni, dopo la precedente esperienza alla Yale University.

«Il museo, che si affaccia sul lungomare di Miami in una location meravigliosa, è stato creato e finanziato da Frost, un milionario benefattore dell’Università – racconta Cappelluti –. Nella sala principale ora è ospitata una sezione che rimarrà per cinque anni, sulla ricerca prodotta all’Università di Miami fra cui l’universo, la materia oscura e i buchi neri (che sono l’oggetto dei miei studi) e al centro hanno messo una mia citazione».

Da dove è partito il progetto?

«Tutto è iniziato durante l’autunno del 2019, quando noi docenti siamo stati coinvolti in un incontro con esperti di comunicazione scientifica e proprio da qui è stata tratta la mia citazione, mi ha fatto piacere. Quello che volevo dire è racchiuso nel significato della scienza: di fronte alle situazioni ho un approccio scettico finché non ho potuto verificarle, mi piace andare nel dettaglio dei problemi. Occorre sempre mettere in discussione le nostre analisi e quelle degli altri, per arrivare alla credibilità scientifica».

Cosa rappresenta per lei questa esposizione?

«Mi fa molto piacere prenderne parte perché questo è un museo visitato in gran parte da giovanissimi e bambini. Anche noi possiamo essere un esempio, una fonte di ispirazione o proprio quella scintilla per la scienza che spesso si accende da piccoli, come è stato nel mio caso. È molto importante ricordare sempre che il mondo ha bisogno di scienziati».

Viviamo anche in un momento in cui la scienza è al centro, data l’emergenza sanitaria in atto.

«Esatto, io stesso mi sono offerto come volontario per la sperimentazione del vaccino della Moderna contro il Coronavirus e bisogna sempre ricordare che dietro ogni cosa, anche il tampone, c’è uno studio, una ricerca di base che è partita molto tempo prima e senza la quale oggi non potremmo avere questo risultato».

Da anni vive all’estero, ma si definisce un bellariese doc, città in cui sua madre Alga Franciosi è stata assessora alla Cultura.

«Assolutamente sì e con grande soddisfazione ora ho anche trovato lo strutto per fare la piadina nei supermarket dei sudamericani, che lo usano per friggere tutto!».

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