L’Archivio della Socìetas Raffaello Sanzio diventa digitale: il lancio universale il 5 ottobre

Cultura
  • 29 agosto 2025

CESENA

Il 5 ottobre 2025 segna una data importante per la memoria del teatro contemporaneo: l’Archivio Storico della Socìetas Raffaello Sanzio diventa digitale e accessibile al pubblico. Nato dal lavoro di conservazione iniziato da Claudia Castellucci sin dal 1981, anno di fondazione della compagnia, il fondo raccoglie manifesti, fotografie, appunti, copioni, disegni, dipinti, libri e video che raccontano la storia di un gruppo capace di ridefinire il linguaggio scenico europeo. Riconosciuto dalla Soprintendenza Archivistica dell’Emilia-Romagna per il suo valore storico, l’archivio sarà disponibile online su piattaforma “Archiui” grazie a un progetto sostenuto da fondi europei e regionali, tra cui il Pnrr-Transizione digitale per gli organismi culturali e creativi e il programma Next Generation Eu.

Per celebrare questo traguardo, la compagnia ha organizzato al teatro Comandini di Cesena un evento aperto al pubblico dalle 18.30 alle 22.00, che offrirà l’occasione rara di vedere dal vivo materiali originali, in un percorso che ripercorre la dimensione “pre digitale” dell’opera della Socìetas. La serata sarà arricchita da due momenti significativi: alle 19.00 la studiosa Adele Cacciagrano renderà omaggio a Beppe Bartolucci con “Beppe Bartolucci: sentinella sempre in fuga”, una commemorazione dedicata al critico teatrale che negli anni Novanta fu una delle voci più lucide e appassionate nell’interpretare i segnali del contemporaneo; alle 20.30, invece, verrà proiettato su grande schermo “Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco”, lo spettacolo che nel 1992 portò la compagnia all’attenzione internazionale, in un montaggio curato da Pier Paolo Zimmermann.

La digitalizzazione dell’archivio, che copre il periodo 1981-2006, non è solo un’operazione di conservazione, ma un atto di apertura: un patrimonio che finora viveva tra carte e supporti analogici diventa consultabile da chiunque, in qualunque parte del mondo. È un’occasione per rileggere la storia di un’esperienza che ha saputo spingersi oltre i confini del teatro, fondendo immagini, suono e riflessione filosofica in opere come il monumentale ciclo della “Tragedia Endogonidia”, e che continua a dialogare con il presente attraverso la memoria viva dei suoi documenti.

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