I magnifici fallimenti di Oliviero Toscani al Mar di Ravenna

RAVENNA. Suo padre Fedele è stato il primo fotoreporter del Corriere della Sera. I suoi primi reportage hanno messo in luce le caratteristiche dei tempi che correvano. I ritratti dei comportamenti del ’68 lo hanno fatto conoscere agli addetti ai lavori, facendogli guadagnare servizi con i migliori rotocalchi di moda. Con le più celebri riviste, come Elle, Vogue, L’Uomo Vogue, Harper’s Bazaar, riesce a farsi conoscere su larga scala e a firmare contratti per le campagne di alcuni tra i marchi più importanti, come Valentino, Chanel, Fiorucci, Esprit e Prénatal. Il suo lavoro è stato esposto alla Biennale di Venezia, a San Paolo del Brasile, alla Triennale di Milano e nei musei d’arte moderna di Mexico City, Helsinki, Roma, Lausanne, Francoforte, oltre a un paio di dozzine d’altri musei nel mondo. Ha vinto numerosi premi, come quattro Leoni d’oro al Festival internazionale della pubblicità di Cannes, il Gran Premio dell’Unesco, due volte il Gran Premio d’Affichage, l’Infinity Awards per la Applied Photography del 1992 e diversi premi degli Art Directors Club di New York, Tokyo e Milano.
Oggi, pensare che Oliviero Toscani sia un fallito risulta strano da credere, ma è lui stesso che lo dichiara: Più di 50 anni di magnifici fallimenti è infatti il titolo dell’esposizione che il Mar di Ravenna apre al pubblico fino al 30 giugno.
Fallimento come prospettiva
Paradossalmente il fallimento è per lui una prospettiva, una possibilità, perché sentirsi arrivati significa fermarsi. Toscani, attraverso la sua creatività inarrestabile ha fatto discutere il mondo su alcuni dei temi più scottanti della contemporaneità come il razzismo, la pena di morte, l’Aids e la guerra.
Tra i lavori esposti nella rassegna, curata da Nicolas Ballario, compaiono il famoso “Bacio tra prete e suora” del 1991, i “Tre cuori white/black/yellow” del 1996, “No-anorexia” del 2007 e molti altri.
Non manca la serie “Razza umana”, uno studio socio-politico, culturale e antropologico per il quale Toscani ha allestito set fotografici in decine di città nel mondo per indagare la morfologia degli esseri umani, per vedere come siamo fatti, che faccia abbiamo, capire le differenze, «prendere impronte somatiche e catturare i volti dell’umanità», come lui stesso dichiara.
A Ravenna sono esposti anche i lavori realizzati per il mondo del jet set, che l’autore, attraverso i suoi memorabili scatti, ha contribuito a cambiare radicalmente: dalle celebri fotografie di Donna Jordan fino a quelle di Monica Bellucci, oltre ai ritratti di Mick Jagger, Lou Reed, Carmelo Bene, Federico Fellini e alcuni tra i più importanti protagonisti della cultura mondiale dagli anni Settanta in poi.

Ingresso: € 6; dal martedì al sabato: 9.00-18.00, domenica: 11.00-19.00. La biglietteria chiude un’ora prima. Chiuso il lunedì

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