Davide Rondoni oggi a Riccione con "Quasi un paradiso"

RICCIONE. In un anno in cui la capacità di adattamento e di inventiva di tutto il mondo della cultura è stata messa a dura prova, il poeta e saggista Davide Rondoni, fondatore della rivista “ClanDestino”, è in prima linea… Ha proposto infatti a Bertinoro, nello scorso luglio, l’“Atelier delle arti e degli insegnanti”, una “tre giorni” di confronto e verifica sugli strumenti più adatti non solo per scrivere poesia, ma soprattutto per comprenderla e farne un proprio “possesso per sempre”. Ora il poeta di origine forlivese è “in tour” per presentare il suo ultimo libro, "Quasi un paradiso. Viaggio in Romagna, la terra del pensiero simpatico”: dopo Cesenatico, sarà a Villa Franceschi di Riccione, questa sera dalle ore 21 in dialogo con Beatrice Buscaroli, storica dell’arte e giornalista. All’incontro partecipano il sindaco Renata Tosi e l’assessore ai Servizi educativi, Alessandra Battarra. Al termine, verrà presentata “Favole”, mostra delle opere più significative di Enzo Bellini, con la partecipazione di Franca Bellini, nipote dell’artista. L’esposizione è visitabile fino al 18 ottobre.
Rondoni, il suo “Quasi un paradiso” è una guida molto “sui generis” della Romagna, dalla costa adriatica ai borghi come Gradara senza dimenticare città d’arte come Ravenna, Faenza, Cesena, Forlì.
«In realtà lo stesso “Atelier delle arti” si svolge in una cittadina, Bertinoro, che si trova in mezzo a molti “luoghi di poesia”. I momenti di dialogo, i laboratori e le letture ad alta voce si possono alternare quindi a visite, come quella a Ravenna alla tomba di Dante. Insomma, un viaggio in compagnia di artisti e maestri nel corso del quale ci si confronta e si riflette con la tradizione poetica».
E tanti di questi maestri appartengono proprio alla nostra regione.
«Che ha caratteri di “simpatia”, appunto e di accoglienza, ma allo stesso tempo ha un approccio “serio” con l’arte, perché c’è una tradizione, ci sono dei grandi che ci “guardano”… Fare poesia implica anche avere coscienza di tutto ciò, e instaurare un dialogo con i maestri in una catena viva, grazie a cui il giovane può confrontarsi con voci diverse».
Eppure nel nostro paese i dati sulla lettura non sono confortanti.
«Questo è un po’ un pregiudizio basato sulle vendite. Ma la poesia sfugge alle leggi del mercato, mentre anche editori e scuola hanno fatto molti errori nel “proporre” questo genere, che invece, se ben presentato, suscita interesse, e molto, al di là delle copie vendute… ».
In effetti lei nel suo pamphlet “Contro la letteratura. Un’accusa e una proposta” non era stato tenero con la scuola.
«Invece che proporre un dialogo e un’avventura insieme ai maestri, la scuola pretende di svolgere programmi che vanno da Iacopo da Lentini a Montale: occorre uscire dal paradigma storico, da questo enciclopedismo cronologico rigido, dentro cui non può esserci vita. La mia esperienza mi porta a vedere che il metodo che la maggioranza dei docenti adotta fa sì che i ragazzi… non leggano più niente! Partiamo invece dall’autore, e da lì procediamo all’indietro per riportare a galla quell’energia bella che porta poi ad amare».
E ai giovani poeti che consigli sente di dare?
«Intanto di tenere sempre presente che la poesia è un’arte, una “techne” che implica perizia e anche mestiere, quindi pratica ed esercizio. Negli anni ho visto “fiorire” tanti giovani grazie a un confronto libero e non vincolato, capace di far riscoprire e recuperare le proprie passioni, e il senso della propria scelta».

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