700 riminesi a Sant'Agostino per "scoprire" gli affreschi del Trecento

Cultura

RIMINI. Una chiesa di Sant'Agostino gremita da almeno 700 persone accorse ieri pomeriggio alla presentazione del libro "Il Trecento riscoperto" (Silvana editoriale). Il frutto di lunghi mesi di lavoro, con studi innovativi e una dettagliatissima campagna fotografica sugli affreschi scoperti grazie al terremoto del 1916, è stato presentato alla città da un nutrito gruppo di relatori tra i quali Antonio Paolucci, Vito Mancuso, Daniele Benati, Alessandro Giovanardi e il fotografo Gilberto Urbinati. Paolucci ha sottolineato in particolare l'importanza del saggio di Giovanardi, che per primo ha qui coltamente approfondito teologia e simbologia degli affreschi trecenteschi della importante scuola riminese. E l'ex ministro ha pure evidenziato il lavoro certosino di Urbinati che permette a tutti, ora, di vedere l'opera nel dettaglio a colori come non si era mai vista. "Per me, riminese e innamorato da sempre di Sant'Agostino, questo è un giorno di festa" ha detto. Natalino Valentini dell'Istituto Marvelli si è augurato che questo momento rappresenti l'inizio di una "riscoperta" per questa chiesa riminese finora trascurata dal turismo. Il corpus fotografico e le nuove scoperte e attribuzioni di Benati potranno di certo servire a questo scopo.

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