Crossroads a Gambettola con Luisa Sobral

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Prosegue il fitto calendario del festival jazz regionale Crossroads, con tre concerti in Romagna in settimana: il primo è in programma oggi 7 aprile alle 21 al teatro Comunale di Gambettola con la cantante e chitarrista portoghese Luisa Sobral, in duo con il chitarrista Manuel Rocha. Tutto il mondo ha conosciuto Sobral nel 2017, quando ha scritto e interpretato in duetto col fratello Manoel Amar pelos dois, vincendo l’Eurovision song contest. Quel toccante brano tagliato su misura per il fratello gravemente cardiopatico ha commosso l’Europa da un palco abituato ad atmosfere molto diverse, meno intimiste e jazzate. Luisa aveva però già alle spalle una carriera, cominciata dieci anni fa dopo la laurea al Berklee college di Boston, con l’album The cherry in my cake, campione di vendite in Portogallo. Nei successivi due ha lavorato con grandi musicisti internazionali, tra cui Marc Ribot e Jamie Cullum. Il suo disco più recente è Rosa del 2018. Biglietti a 16 euro.

Venerdì 8

Non accenna a estinguersi la fiamma dell’amore per il “manouche” di Django Reinhardt, forse, insieme a Miles Davis, il più reinterpretato di tutti i musicisti jazz. Domani 8 aprile alle 21 all’auditorium Corelli di Fusignano lo farà anche il chitarrista tedesco Joscho Stephan, con il suo trio di corde, che comprende Sven Jungbeck alla chitarra e Volker Kamp al contrabbasso. Il repertorio gipsy jazz di Reinhardt, come dicevamo, è stato scandagliato in lungo e in largo da centinaia di musicisti, la maggior parte dei quali ha ritenuto che le brevi composizioni del chitarrista olandese di origine zingara fossero troppo perfette per modificarle. Non è il caso di Stephan, che ama invece dilatare i brani, aggiungendo il suo estro e la sua tecnica chitarristica. L’ardito musicista tedesco si spinge anche oltre: ne è un esempio la sua versione in salsa zingara di Hey Joe di Jimi Hendrix, suonata a una velocità proibitiva per la maggior parte dei chitarristi. Stephan ha esordito a soli vent’anni nel 1999 con l’album Swingin strings, e da allora ha collaborato con molti jazzisti europei di primo piano. Ingresso a 15 euro.

Sabato 9

Chiude questo terzetto di concerti il secondo appuntamento di Cassero jazz, sabato 9 aprile alle 21.15 al teatro Cassero di Castel San Pietro. Sul palco un duo completamente percussivo, composto da Pasquale Mirra a vibrafono, marimba e percussioni, e Hamid Drake a batteria, percussioni e voce. Il salernitano Mirra, bolognese d’adozione, fa parte del collettivo Bassesfere, che si occupa di divulgazione della musica improvvisata; recentemente ha collaborato con Gianluca Petrella e con i C’mon Tigre, ma ha anche una solida reputazione internazionale. Non è la prima volta che suona insieme a Drake, uno dei più influenti batteristi della black music. Nato in Louisiana, ma cresciuto a Chicago, il percussionista ha abbracciato l’avant jazz negli anni 70, e da allora è un punto di riferimento nello stile percussivo di molti generi afroamericani. I suoi progetti più recenti sono l’Indigo Trio e i concerti con David Murray, ma non mancano duetti più arditi, come quelli con Antonello Salis e con Napoleon Maddox. Una delle sue più caratterizzanti iniziative sono i “Winter solstice concerts” insieme al percussionista Michael Zerang, tenuti ogni anno dal 1991. Si tratta di concerti del solstizio d’inverno, data simbolica per molti popoli e religioni. Occasionalmente l’evento si è ripetuto anche nel solstizio d’estate. Biglietti a 16 euro.

Info: www.crossroads-it.org

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