Cronaca riminese: Elena Bianchini, cantante lirica

Cultura

I villini che adornano la Rimini mare agli albori del Novecento si presentano con un linguaggio architettonico eclettico. Molti eleganti e costosi, alcuni rustici ed economici. Tutti deliziosi, però, per la posizione che occupano e il panorama che offrono. Si ergono sulla spiaggia, a ridosso del mare, circondati da rigogliosi giardini fioriti in un incantevole contesto di lussureggiante vegetazione.
Nel 1901 sono già più di cento
I primi villini vengono costruiti nei pressi dello Stabilimento bagni all’inizio degli anni Settanta dell’Ottocento; in seguito si edificano in direzione del porto, quindi verso il torrente Ausa. Il Municipio, che intende favorire l’urbanizzazione del lido, concede l’arenile gratis e a metà degli anni Ottanta si contano già una ventina di palazzine.
Nel 1901 i villini che fronteggiano il litorale riminese sono più di cento. Tra questi ce n’è uno in costruzione alla sinistra della foce del torrente Ausa che avrà un nome davvero suggestivo: “Vissi d’arte”. Appartiene a Elena Bianchini (1873-1919), una delle più apprezzate cantanti liriche italiane dei primi anni del secolo, soprano prediletta dal maestro Pietro Mascagni (1863-1945), moglie dell’impresario teatrale Fortunato Cappelli.
Un talento naturale
Romana di nascita, riminese d’adozione, Bianchini esordisce a 13 anni nella parte di Lisa, nella Sonnambula, senza conoscere ancora la musica. Perfeziona il proprio talento naturale studiando canto a Roma e a Napoli. A 18 anni, al teatro comunale di Ostuni, inizia la carriera artistica con La forza del destino. Da allora è un susseguirsi di successi. Sempre applauditissima, canta al Bellini di Catania, al San Carlo di Napoli, all’Argentina di Roma, al Dal Verme di Milano, al Regio di Parma, al Verdi di Firenze… Il timbro stupendo della voce impressiona le platee del Cairo, di Varsavia, di Rosario e di New York.


Una voce «superlativa»
La stampa locale la considera orgogliosamente «una gloria cittadina» e di volta in volta sottolinea gli allori che miete nell’interpretazione dell’Amica di Mascagni a Livorno (1905), a Napoli (1906), a Odessa e a Bucarest (1908). Del trionfo che riceve a Varsavia nel 1910 i giornali riportano ampi stralci di cronaca polacca, tutti concordi nel ritenere «superlativa» la voce della «elettissima cantante».

Libera da impegni artistici, Elena passa l’estate nella sua casetta al mare. Generosa e disponibile, presenzia spesso a manifestazioni di beneficenza ed è protagonista di riuscitissime serate di gala. Memorabili i suoi concerti al Kursaal (1902, 1904, 1906). Al Vittorio Emanuele si fa acclamare nel Trovatore (1901), nella Tosca (1902) e nella Norma (1913).
Da Marinetti a Caruso: che ospiti!
Ma la cantante non è ammirata solo per i successi canori; anche la sua vita privata fa notizia. La sua villa è meta di musicisti, artisti, letterati: personaggi che attirano la curiosità della gente comune e che trovano rilievo sulle pagine dei periodici locali. L’Ausa, Il Momento, La Riscossa, Il Gazzettino Azzurro, tanto per citarne alcuni, sono prodighi di aneddoti che la riguardano. Tra i più assidui del “salotto” di casa Bianchini-Cappelli troviamo Marinetti, Trilussa, Panzini, Mascagni e persino il “vecchio” compagno di studi di Elena: Enrico Caruso (1873-1921). Dell’amicizia tra la soprano e il celebre tenore napoletano ci piace ricordare un significativo episodio che ci riporta al tradizionale galà di Villa Elena. Ogni anno, la sera del 18 agosto, a “Vissi d’arte” si festeggia l’onomastico della cantante, un avvenimento che più di altri fa bisbigliare le cronache della “bagnatura” per il lungo elenco di invitati d’eccezione. L’elegante cotillon, tra sfolgorio di luci, tintinnio di cristalli, musica e danze si svolge nel giardino e nel salone al primo piano della casetta. A mezzanotte la consueta pioggia di fuochi d’artificio dà il segnale della conclusione della serata. Nell’estate del 1911 il copione della festa ha nel finale una suggestiva variante tutta partenopea.
Mentre la cantante si appresta a salutare gli ospiti, si ode in lontananza una melodia. Sono le note di un concerto che sempre più distintamente si avvicina alla villa cogliendo tutti di sorpresa. Quella musica inaspettata, che rompe il silenzio della notte, è il dono di Enrico all’amica Elena.

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