Crollano le nascite nel Ravennate: diminuzione del 25%

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Crollano le nascite in tutta Italia, dove l’epoca del boom demografico appare solo un lontano ricordo. La provincia di Ravenna non fa eccezione, registrando un calo del 25% della natalità negli anni compresi tra il 2002 e il 2020. «Ma un Paese che non fa figli è un Paese senza futuro» spiega la sociologa e mediatrice familiare Rossana Giacomoni. «Se fossi un politico – aggiunge – sarei molto preoccupato. Il calo costante delle nascite rappresenta un fallimento della società, che tende a chiudersi sempre più in sé stessa».

Il calo demografico dal 2008

I dati pubblicati ieri sul Sole 24 Ore mostrano un’Italia in forte difficoltà. Nel 2020 il tasso di natalità è diminuito del 28% rispetto al 2002. Tradotto in cifre, significa che mediamente si hanno 125.550 nuovi nati in meno all’anno. I numeri mostrano una vera e propria inversione di tendenza dal 2008 in poi, data che coincide con la crisi economica scatenata dai subprime negli Stati Uniti. Ravenna fino al 2008 faceva segnare una crescita annua dei nuovi nati superiore al 10%, poi la svolta. «Non sono stupita dai risultati della ricerca – prosegue la Giacomoni –. Il calo demografico è un fenomeno che parte da lontano. Prima che scoppiasse la pandemia, i nostri giovani vivevano già una situazione di incertezza. La ricerca del lavoro anche lontano da casa, le precarie condizioni economiche e i contratti a termine hanno rappresentato un freno notevole. Ora si è aggiunta la pandemia. Da due anni a questa parte, il Covid ci obbliga a confrontarci con un’idea di futuro molto diversa rispetto al passato. Il senso di insicurezza è aumentato, non sappiamo cosa aspettarci e cosa sarà riservato ai nostri figli. Anche se la situazione sanitaria è in miglioramento, è subentrato il timore di un evento esterno legato alla scarsa tutela e attenzione al sistema ambientale. I giovani sono sotto shock per quanto è avvenuto, ancora più degli adulti».

La ripresa della natalità

«A fronte di tanti anni con il segno negativo, come si può invertire la tendenza? Servono investimenti a favore di coloro che decidono di fare figli – spiega la sociologa lughese –. La Francia, ad esempio, adotta politiche efficaci, fornendo adeguati sostegni alle neo mamme e anche ai neo papà. La fragilità del sistema italiano è invece evidente e i risultati sono sotto gli occhi di tutti». Sempre il Sole 24 Ore evidenzia come l’Italia sia il Paese europeo con il tasso di natalità più basso nel 2020. Si assesta al 6,8 ogni mille abitanti (Ravenna è al 6,3), contro il 10,9 della Francia. Dal 2008 al 2020, la natalità italiana è calata del 30%. «I numeri sono drammatici – conclude la Giacomoni –; servono politiche nazionali di sostegno per le famiglie. Anche le singole Regioni possono intervenire, investendo su strutture e servizi, garantendo quella flessibilità di orari indispensabile per i genitori. Servono investimenti e risorse in grado di fornire certezze». Le province romagnole risentono del crollo delle nascite. Ravenna è il territorio che fa meglio secondo l’indagine pubblica dal Sole 24 Ore. Si piazza al 68° posto della classifica, che indica dove le nascite calano di più, con un indice di natalità che nel 2020 era di 6,3 nati vivi ogni 100mila abitanti e che nel 2021 le proiezioni (su dati Istat) danno al 6,2. Dal 2002 al 2020 il calo percentuale delle nascite registrato è del 25%. Al 57° posto figura la provincia di Forlì-Cesena con un calo complessivo del 26,4%. Il tasso di natalità del 2020 si assesta al 6,4 ogni 100mila abitanti e per il 2021 le proiezioni lo danno stabile. Territorio con la performance peggiore in Romagna è Rimini che dal 2002 al 2020 fa registrare un calo delle nascite del 33,3% ed è 15° in Italia. Il tasso di natalità è stato del 6,4 nel 2020 e si prevede un calo al 5,9 per il 2021. La classifica è guidata da Barletta con un calo, rispetto al 2002, del 39,5%. Il territorio che fa meglio è invece Parma che, nell’arco temporale preso in esame, ha perso il 13,1% in termini di natalità.

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