Crolla il soffitto, paura per 5 ragazze di Cesena a Corfù - IL VIDEO

Cesena

Tanta paura ma per fortuna nulla di più per cinque ventenni cesenati in vacanza a Corfù. Camilla Gentili, Noemi Sacchetti, Alessia Francia, Sofia Papi e Aurora Mina Cortez sono state tra le poche a dover fare i conti con le conseguenze della scossa di terremoto che ha tirato ad Atene ieri pomeriggio.

Erano passate da poco le 15 quando l’isola greca, pur trovandosi a una distanza di ben 370 km in linea d’aria, è stata raggiunta a sua volta da un sisma di entità più lieve, che però è stato sufficiente a far crollare l’intonaco del soffitto della cucina della casa dove stanno soggiornando.
Il racconto del pericolo scampato
«Per fortuna nessuna di noi si trovava in cucina in quel momento - racconta Aurora Mina Cortez - ma spaventa sapere che meno di mezz’ora prima eravamo tutte sedute a quel tavolo».
Il tavolo in questione è quello della cucina, che le foto degli istanti immediatamente successivi immortalano piena di calcinacci.
«Ci eravamo spostate da poco nell’altra stanza dell’appartamento, Sofia stava tornando verso la cucina e ha visto l’intera scena, ha visto l’intonaco crollare davanti a lei».
Paura e angoscia sono le parole usate per descrivere quei momenti.
«Sappiamo che ad Atene la scossa è stata più forte e più superficiale. Qua si è trattato di una scossa intorno al 4,1 di magnitudo, e noi non ce ne saremmo neppure accorte se non fosse stato per il crollo».


Tensioni dopo la paura
Comprensibilmente, però, a quel punto era quella casa a fare paura: «Io non volevo più rientrare - continua Aurora - L'idea che fosse bastata una scossa minima a fare quel danno ci angosciava, eravamo terrorizzare».
Non erano della stessa idea i genitori del proprietario dell’appartamento: «Il nostro era l’unico danneggiato e di fronte alla nostra paura inizialmente ci deridevano, dicendo di calmarci. Siamo cinque ventenni e se ne stavano approfittando. Quando hanno capito che stavamo cominciando ad arrabbiarci e non eravamo intenzionate a lasciar perdere, le cose sono cambiate».
Fondamentale è stato anche l’aiuto da casa dei genitori: «Sofia era in contatto con suo babbo, che ci ha aiutato a gestire la situazione. Eravamo pronte anche a prendere contatti con l’ambasciata, se avessero insistito nel non prendere in considerazione le nostre paure».
Trasloco in un altro alloggio
Per fortuna, non è stato necessario: «Ci hanno trovato rapidamente un altro appartamento nella stessa zona. Siamo a metà della nostra vacanza e la prospettiva di doverla passare tra denunce a ambasciata non era allettante, così come l’idea di aver rischiato grosso. Magari non saremmo morte, ma se fossimo state ancora sedute lì ci saremmo di certo fatte male».
Fatto il trasloco nel nuovo appartamento, la tensione sta cominciando a scemare e ci si inizia a ridere un po’ sopra: «Certo che siamo state davvero sfortunate! Però possiamo dire di aver vissuto l’avventura che nessuna cercava». Di sicuro avranno una storia da raccontare una volta a casa.

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