Cristiano Varotti di Novafeltria, racconta la sua Cina

Archivio

Uscito nel 2021 per Vydia editore Nuvole di drago, il romanzo d’esordio di Cristiano Varotti, che è originario di Novafeltria ma vive in Cina da oltre un decennio. Si occupa di gestione di rapporti istituzionali, promozione del turismo e degli scambi tra Italia e Cina, dove è stato rappresentante della Regione Marche e corrispondente consolare nella Provincia dello Hunan. Attualmente è responsabile della sede di Shanghai di Enit, Agenzia Nazionale del Turismo.

Nel suo libro, a partire dal titolo, vuole raccontare una Cina più autentica, lontana dagli stereotipi che via via si sono stratificati nel nostro Paese.

Varotti, sfatiamo questo mito, le nuvole di drago che consideriamo tra i cibi tipici per eccellenza, in Cina non esistono.

«Esatto, da quando sono qui non le ho mai viste perché si trovano solo nel Sudest asiatico – racconta l’autore –. A partire dall’aneddoto sottinteso nel titolo, il mio obiettivo è quello di fare chiarezza sulla scarsa informazione o sui pregiudizi che l’Italia ha nei confronti della Cina che è in realtà un mondo molto diverso da come viene immaginato, caratterizzato da una cultura profonda, fatta anche di contraddizioni. Pur amando questo Paese che mi ha accolto, la mia non è una descrizione idilliaca ma è una narrazione molto realistica e contemporanea, cadenzata da una scrittura talvolta cinica e ironica allo stesso tempo».

Nel raccontare parte da esperienze vissute?

«Sì, ho sempre vissuto in queste grandi megalopoli da oltre 8 milioni di cittadini in su e racconto il contrasto che c’è invece con la campagna cinese, sicuramente un aspetto ignoto ai più. Ad esempio racconto un aneddoto legato alla politica del figlio unico (un uomo alla nascita del secondogenito venne multato ma all’arrivo del terzo gli fu abbattuta la casa senza mezze misure), oppure lascio spazio alle cene d’affari in cui la sincerità viene misurata in base alla capacità di lasciarsi inebriare da alcolici da 52/57 gradi».

Il libro è stato scritto durante il lockdown in Cina. Come ha vissuto quel periodo?

«Il lockdown vero e proprio c’è stato solo a Wuhan, mentre dove vivevo io devo dire che nel giro di un mese si è risolto tutto. La pandemia fa però ovviamente da scenario ed è stata per me occasione di riflessione perché mi ha lasciato più tempo. Come passione ho sempre scritto ma una volta arrivato qui avevo smesso, poi in questa circostanza ho ricominciato ed è nato il mio libro».

Che rapporto ha con il suo paese d’origine?

«Sono molto affezionato a Novafeltria ed ero abituato a tornarci tre volte all’anno, invece ora sono rimasto lontano per via della pandemia e mi manca».

Info: www.vydia.it

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui