Crisi afghana: Cesena pronta all'accoglienza dei profughi

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Pronti ad accogliere, non solo nelle intenzioni, ma anche nei fatti e in tempi rapidi. Si presenta così Cesena alla probabile chiamata all’accoglienza che deriverà dalla crisi afghana. Un’accoglienza che riguarderà le persone che riusciranno a usufruire dei voli militari che stanno evacuando i civili che hanno collaborato con le forze straniere, ma che se non si interverrà creando corridoi umanitari, riguarderà anche le tratte illegali e decisamente più pericolose via terra e via mare.

Posti liberi

La partita dell’accoglienza, anche in questo caso sarà coordinata dalle prefetture e al momento, spiega Cinzia Pieri, responsabile dei Servizi per l’immigrazione di Asp, «non abbiamo ancora avuto disposizioni», ma attualmente sono una ventina i posti liberi che potrebbero essere anche immediatamente messi a disposizione.

Pronti ad accogliere

«C’è la disponibilità del Comune di Cesena e dei Comuni dell’Unione Valle Savio», conferma il sindaco Enzo Lattuca. «Come sempre abbiamo fatto in passato anche in questa occasione siamo pronti a dare il nostro contributo - prosegue Lattuca - Un paio di anni fa, nel picco dei flussi migratori, la nostra città accoglieva più di 200 persone. Non solo noi ma l’Italia: qui infatti non si tratterà dell’iniziativa di singoli comuni, ma è una risposta che dovremo dare come Paese e insieme all’Europa. Prima li chiamavamo migranti, oggi profughi, ma l’Italia ha sempre accolto e continuerà a farlo chi scappa da guerre e persecuzioni».

Lavoro di rete

A Cesena sotto il coordinamento di Asp nel 2018 c’erano oltre 220 posti dedicati all’accoglienza, gestiti attraverso il modello dell’accoglienza diffusa e con il protagonismo di una ampia rete di soggetti del terzo settore. Oggi i posti disponibili a Cesena sono 121. «La pressione è diminuita e alcune delle associazioni con cui abbiamo lavorato in passato - racconta Pieri -hanno chiuso le accoglienze, ma sono ancora diverse quelle con cui continuiamo a collaborare». Quello che è certo e che l’esperienza di rete fatta negli anni scorsi è scuola a cui poter attingere anche in futuro nel caso in cui dovesse essercene la necessità.

Bonaccini e Schlein

Ai sindaci che nelle ultime ore hanno confermato la loro disponibilità si sono rivolti anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e la vicepresidente Elly Schlein: «In queste ore drammatiche già molti sindaci di questa regione, e non solo di una parte politica, hanno dato la loro disponibilità ad accogliere i profughi e quanti riusciranno a lasciare l’Afghanistan - sottolineano Bonaccini e Schlein - dando prova di quella umanità e di quel senso civico che da sempre contraddistinguono questo territorio. Anche la Regione sta seguendo con attenzione l’evolversi della situazione ed è pronta a fare la propria parte, in raccordo con il Governo e i territori, per garantire un’azione che sia il più possibile coordinata ed efficace. Il nostro pensiero va innanzitutto alle donne, ma anche ai bambini e a quanti in queste ore drammatiche si trovano in una condizione di maggiore fragilità».

Corridoi umanitari

Secondo Bonaccini e Schlein è urgente ora «attivare corridoi umanitari e aiuti alla popolazione, ma allo stesso tempo sarà necessario compiere una riflessione approfondita su quello che è successo, e sul ruolo della politica. È una responsabilità che ci chiama in causa tutti come Occidente e come Europa».

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