Cresce il modello Cia Conad con il raddoppio del fatturato

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In meno di dieci anni un raddoppio di fatturato. Con un protagonismo, nell’ultimo biennio, dei prodotti della filiera romagnola, che ora rappresentano da soli un volume d’affari da 21 milioni di euro. È quanto registra Cia-Conad dal 2015 al 2021 e Luca Panzavolta, cesenate, classe 1964, ha vissuto alla guida della Commercianti Indipendenti Associati l’intero periodo come amministratore delegato del gruppo cooperativo. Nel frattempo, crisi economiche, una pandemia e ora l’inflazione. Lo studio di Mediobanca sulla Gdo riconosce però alla realtà con sede Forlì uno dei migliori rapporti fra utile e indebitamento, con una forte propensione all’investimento con utili che - sommando il periodo 2017-2021 - hanno sfiorato il miliardo (974 milioni).

Panzavolta, vi siete caratterizzati negli ultimi anni per bilanci con segno positivo e vi distinguete per l'importante quota dedicata a nuove acquisizioni, riqualificazioni, ampliamenti. E' questo l'aspetto che vi ha garantito il segno più?

«Veniamo certamente da anni di crescita molto importanti: il budget del 2023 farà segnare un raddoppio rispetto al 2015, certamente favorito dall’acquisizione di Auchan, attraverso la quale abbiamo incamerato poco meno di 600 milioni di fatturato. Sicuramente però un ruolo importante lo attribuiamo alle ristrutturazioni: investiamo decine di milioni perché i nostri punti vendita non solo appaiano più gradevoli, ma si arricchiscano di prodotti. Abbiamo molto spinto sui prodotti freschi, sulla ricchezza della gastronomia, con un livello di servizio che reputiamo non frequente. C’è però un secondo ambito che risulta strategico».

Quale?

«Si rifà ad una scelta di anni fa, che negli ultimi due ha pagato particolarmente. Mi riferisco alla compressione dell’attività promozionale. Abbiamo una degli indici più bassi nel mercato di offerte di prezzo sui prodotti. Prima di altri abbiamo puntato sulla nostra competitività quotidiana. E questo approccio lo vediamo molto gradito dal consumatore».

Quale andamento riscontrate?

«Nel 2021-22 il mercato è cresciuto di poco meno del 4%. Noi e in generale la distribuzione organizzata risultavamo in pari, con la parte discount che rilevava fatturati sopra il 10%».

In questa fase tra il 2022 e il 2023, invece, caratterizzata dall’inflazione, quale situazione si sta profilando?

«La crescita dei prezzi delle materie prime dell’energia spinge i fatturati e il mercato cresce in una percentuale che oscilla fra il 7 e l’8 per cento. Noi siamo sopra la media, e tocchiamo il 12. La situazione per i discount invece si è ribaltata, e contengono l’ascesa al 6%. È vero che si “cannibalizzano” un po’ fra loro, dal momento che si sono registrate varie aperture in quel settore. Ma va detto che soffrono in maniera più importante, rispetto a noi, l’ascesa delle materie prime, che ha un’incidenza più alta sui prezzi più bassi».

Quindi sull’inflazione che tendenza vi attendete?

«Ci aspettiamo un calo molto forte per il prossimo semestre. Questo però non basterà: la spesa costerà di più rispetto al passato, perché i prezzi partiranno da uno zoccolo di aumento innalzato dal 2021 ad oggi. Ci vorranno almeno due anni prima che l’innalzamento dei redditi assorba i rialzi e temo ci sarà tensione sul mercato. Noi cercheremo, in questo scenario, di difendere i fatturati».

E cosa vi sta conferendo, al momento, questa crescita supplementare, aldilà dell’incidenza dell’inflazione?

«Sono fondamentali i nostri prodotti a marchio, che coprono ben il 38% del nostro mercato. Il prezzo competitivo e la qualità riconosciuta dai consumatori sta sospingendo questa offerta dei nostri punti vendita e noi vogliamo dargli ulteriore abbrivio. L’obiettivo è che essi superino, a breve, il 40 per cento del nostro monte vendite. Fondamentale poi si sta rivelando l’apporto del progetto SìAmo, con cui abbiamo selezionato agricoltori, casari, pescatori, allevatori e viticoltori che lavorano sul territorio. Oggi, in Romagna, sono 43 e influiscono sul nostro fatturato per 21 milioni. Ora l’elemento su cui cerchiamo il consolidamento è la fidelizzazione del cliente, e sono già in campo politiche che adottiamo in tal senso».

Molta della vostra crescita si deve all’ulteriore radicamento in Romagna. Intendete ulteriormente espandervi in questa realtà?

«Fra il 2021 e il 2022 abbiamo inaugurato altri dieci grossi punti vendita, di cui sei in Romagna: San Mauro Pascoli, Superstore Lugo, Conad Meldola, Superstore Forlì-Ronco, Superstore Morciano, City Gambettola. A questi vanno aggiunti gli spazi aggiuntivi di pet store di Sant’Agata sul Santerno e Cesena, oltre al distributore di Meldola, alla parafarmacia di Viserba e alla rivendita “Con Sapore” a Morciano. Un arricchimento cui va aggiunto l’ipermercato di Forlimpopoli, ex Bennet, aperto a marzo di quest’anno. Crescere ulteriormente non è facile, considerando che abbiamo in questa realtà una quota di mercato pari al 40%, miriamo a consolidare e l’unico grande intervento in itinere è in Darsena, a Ravenna».

In effetti, nel 2021, avete acquisito l’area di pertinenza della Cmc che si andrebbe a unire a quella, già precedentemente da voi detenuta, che circonda il cosiddetto Sigarone. Lì a che punto siete?

«Procediamo e riteniamo di concludere il Progetto urbanistico architettonico entro l’autunno, consapevoli di detenere sul Candiano un waterfront unico. L’avvio dei lavori è previso nel 2024, con conclusione nel 2026. Ci sarà, fuori dal Sigarone, una parte di commerciale e il residenziale ha linee progettuali molto accattivanti, che realizzeremo con operatori specializzati. Abbiamo molte richieste, per un ambito che sappiamo essere di grande appetibilità».

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