Crac Ac Cesena: ancora 5 interrogatori prima dell'udienza dal Gip

Cesena

Al netto delle tempistiche dilatate dalle ristrettezze nei contatti dovute al coronavirus, sta per concludersi la fase successiva alla “fine indagini” per l’inchiesta penale sul fallimento dell’Associazione calcio Cesena. Delle 21 persone che restano attivamente indagate ce ne sono ancora 5 che hanno chiesto la possibilità di essere sentite dall’accusa, e quindi dai pm Filippo Santangelo e Francesca Rago, prima che la procura della repubblica decida “se” e “per chi” chiedere il rinvio a giudizio. Gli interrogatori dopo gli stop natalizi e spesso resi più difficoltosi (anche se delegati alla Pg Guardia di Finanza) dal fatto di poter doversi svolgere “a distanza” tramite video conferenza, sono ripresi in questo periodo post festivo di gennaio. Terminate queste cinque audizioni la procura tirerà le somme e scriverà al Gip per chiarire chi voglia, negli intenti, mandare a giudizio. Sono 21 gli avvisi di fine indagine staccati. In più ci sono anche 9 richieste di archiviazione per l’inchiesta nata e cresciuta dal luglio 2018. I fatti sono noti soprattutto (ma non solo) ai tifosi sportivi: mentre l’allora Ac Cesena (militante nel campionato di serie B) stava avviandosi al fallimento poi certificato dal tribunale (con udienze ora già fissate anche nei prossimi giorni per il ristoro dei creditori) le sue ultime due gestioni sportive e manageriali finivano nell’occhio del ciclone anche dal punto di vista penale, con bilanci sotto la lente d’ingrandimento. Tre sono le figure apicali per le quali è stata notificata o è in corso di notifica la fine indagine. I due ultimi presidenti della storia dell’Ac Cesena ossia Igor Campedelli e Giorgio Lugaresi. Ma anche il vertice del Chievo Verona Luca Campedelli. Per le accuse (in alcuni casi contemporaneamente anche sul fronte civilistico-fallimentare) i numeri di bilancio che intercorrevano tra le due società erano fatti di molte plusvalenze; necessarie più a “sistemare i conti societari” facendoli apparire sani che non a dare un reale e giusto valore e peso ai cartellini degli atleti.

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