Covid, vaccini: Novavax non decolla

 Nella settimana 2-8 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: sono 29.474 rispetto ai 39.036 della settimana precedente, pari a -24,5%. Di questi, il 17,9% è rappresentato dalla fascia 5-11 pari a 5.290 minori. Nonostante l’obbligo vaccinale e l’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ancora, attestandosi a quota 9.682, pari a -11,5% rispetto alla settimana precedente. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età, passando dal 99,3% degli over 80 al 37,1% della fascia 5-11, così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’88,5%, nella fascia 70-79 l’87,2% e in quella 60-69 anni l’83,7%. Sono alcuni dei dati emersi dal monitoraggio settimanale dell’epidemia da Covid-19 della Fondazione Gimbe. Dati che fanno temere una nuova e più aggressiva circolazione del virus, da arginare con l’uso dei vaccini.

I 5 Novavax approvati

In Italia sono cinque quelli approvati contro il Covid-19 dall’inizio della pandemia da coronavirus. Vediamo la loro indicazione anche in base alle fasce d’età. Il 22 dicembre 2020 l’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato il Comirnaty di Pfizer-BioNtech, il 7 gennaio 2021 lo Spikevax di Moderna, il 30 gennaio ha dato il via libera al Vaxzevria di AstraZeneca, il 12 marzo 2021 il semaforo verde si è acceso per il vaccino Janssen di Johnson & Johnson e il 22 dicembre scorso l’Aifa ha detto sì all’uso di Nuvaxovid di Novavax. Comirnaty viene somministrato agli over 18 per quanto riguarda il ciclo primario e per la dose booster. A giugno scorso l’Aifa ha approvato la vaccinazione mista, o eterologa, che permette la somministrazione di una seconda dose di un vaccino a mRna, come ad esempio Pfizer, a quanti hanno ricevuto come prima un vaccino a vettore virale e hanno un’età inferiore ai 60 anni.

Comirnaty è stato approvato anche per le persone di età compresa tra i 12 e i 17 anni, sia per quanto concerne il ciclo primario che per la dose booster, e per i bambini dai 5 agli 11 anni. In questo caso si tratta, però, di una dose ridotta, pari a un terzo del dosaggio di adulti e adolescenti, e con una specifica formulazione. Attualmente sono due le dosi che vengono somministrate ai piccoli tra i 5 e gli 11 anni, a distanza di tre settimane l’una dall’altra. Comirnaty viene utilizzato anche per la ‘quarta dose’ in persone immunodepresse.

Per le persone immunodepresse chiamate a fare la ‘quarta dose’ va bene anche Spikevax. Secondo vaccino autorizzato nel nostro paese, Spikevax è indicato nella immunizzazione di persone con le prime dosi, nella somministrazione di una seconda dose a chi ne ha ricevuta una di un vaccino a vettore virale e ha meno di 60 anni e nel rafforzamento della protezione del sistema immunitario con la dose booster. Accogliendo il parere dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), l’Aifa ha inoltre dato il via libera a Spikevax per la fascia di età compresa tra i 12 e i 17 anni, anche se al momento l’approvazione riguarda solo la somministrazione delle prime due dosi, mentre per i soggetti in questa fascia di età la dose booster è autorizzata solo con l’inoculazione del vaccino Comirnaty.

Vaxzevria e Janssen sono due vaccini a vettore virale usati molto meno rispetto agli altri. Secondo i dati forniti dal governo e aggiornati alle ore 6.18 di questa mattina, su un totale di 141.928.227 vaccini distribuiti, solo 11.544.818 sono infatti di AstraZeneca e 1.849.434 di Johnson & Johnson, l’unica ad aver sviluppato un vaccino monodose. Un vero percorso ad ostacoli, legato soprattutto al timore di effetti collaterali gravi come le trombosi e a numerose difficoltà nelle consegne.

 Alle persone di età pari o superiore a 18 anni viene inoculato Nuvaxovid, nonostante l’Agenzia italiana del farmaco tenga a sottolineare che “il vaccino ha mostrato un’efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni”. Unico vaccino anti Covid-19 che si serve della tecnologia delle proteine ricombinanti, già usata ad esempio per il vaccino contro l’epatite B ed il papilloma virus, Nuvaxovid viene somministrato in due dosi, a distanza di tre settimane l’una dall’altra. Può essere utilizzato solo per il ciclo primario, come ha informato il ministero della Salute, e si conserva ad una temperatura compresa tra i 2 e gli 8 gradi. Date le sue caratteristiche si era pensato che Nuvaxovid avrebbe potuto convincere chi ancora non si è vaccinato contro il Covid-19, ma pochi giorni fa il sottosegretario di Stato alla Salute, Pierpaolo Sileri, è stato chiaro: “Non ho mai creduto che potesse essere una soluzione per gli indecisi, se non per poche persone- ha detto l’esponente del governo- la verità è che chi non si è vaccinato fino ad oggi, difficilmente oggi si convincerà a farlo”. D’altronde, come evidenziato oggi dalla Fondazione Gimbe, dal 28 febbraio sono 11.595 le dosi del vaccino Novavax somministrate. 

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