Covid, tra Forlì e Rimini 14 classi sono già in dad

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A pochi giorni dalla ripresa delle lezioni in presenza, alcuni studenti sono già costretti ad avvalersi di nuovo della didattica a distanza. Mentre per i più piccoli entrati in contatto con il virus si chiudono le porte delle scuole dell’infanzia. Una classe di un istituto tecnico superiore in quarantena in provincia di Rimini (due gli studenti positivi), dove è in quarantena anche una sezione di una scuola materna e 13 classi di vari istituti sono sotto osservazione, come una classe superiore a Forlì, nello specifico in una sezione dell’istituto economico “Matteucci”. La scuola, tramite registro elettronico, ha comunicato ai genitori dei compagni del positivo che l’intera classe, da ieri, era a casa in via precauzionale. Gli studenti, infatti, faranno ricorso alla didattica a distanza almeno fino a quando non arriveranno gli esiti dei due tamponi di altri due studenti, i cosiddetti contatti stretti (i compagni di banco in questo frangente, ndr) del positivo. Solo in caso di accertamento da parte dell’Igiene Pubblica di un’altra positività nella stessa classe potrebbe scattare la quarantena per tutti gli alunni di quella sezione. Isolamento che per gli studenti vaccinati con entrambe le dosi, quindi immunizzati, dovrebbe durare 10 giorni, per gli altri 14 giorni. Stessa sorte per le 13 classi riminesi per le quali si attende l’esito del tampone, fino a quel momento sono obbligate alla didattica a distanza. L’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini è comunque ottimista. Ad oggi in Emilia-Romagna «sono poche le classi completamente in quarantena. Monitoremo settimana per settimana e renderemo pubblici i dati non appena li avremo». «Ci siamo dati l’obiettivo di fare indagini epidemiologiche che riguardano i veri contatti ristretti - spiega Donini - in modo che si possa raggiungere l’obiettivo di garantire la didattica in presenza il più possibile». L’assessore prova dunque a rasserenare gli animi. In Emilia-Romagna «siamo all’84% ormai di popolazione vaccinata con una dose e al 78% che ha compiuto il ciclo completo - snocciola i numeri Donini - quindi siamo già molto avanti. I dati sono molto importanti soprattutto per quanto riguarda i giovani: tra i 12 e i 19 anni sono vaccinati al 70% con una dose. Speravamo di raggiungere i due terzi della popolazione scolastica, cioè il 66%, all’inizio della scuola, invece siamo già al 70% con una dose e all’83% tra i 20-29enni. Ovviamente ora dovranno completare il ciclo. Sappiamo che i vaccini, in particolare per i più, giovani proteggono ben più dell’87%, che è la media di efficacia vaccinale. Quindi dobbiamo completare il più possibile la campagna». Di certo, assicura Donini con una battuta, «andare a prendere a casa le persone per vaccinarle non è contemplato».

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