Covid, svolta dell'Ausl Romagna: "Anticorpi monoclonali presto anche a domicilio"

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Gli anticorpi monoclonali. Una terapia tanto invocata quanto contestata, al centro delle critiche di chi guardava ai “monoclonali” come al lusso riservato a pochi.
«Nella nostra azienda, nulla di tutto questo, categoricamente» assicura il direttore generale di Ausl Romagna, Tiziano Carradori. E proprio in Ausl Romagna, nel prossimo futuro, gli anticorpi monoclonali saranno i protagonisti di una svolta decisiva nella cura del Covid.
«A breve inizieremo la somministrazione domiciliare - afferma il direttore sanitario Mattia Altini - l’azienda ne sta discutendo in questi giorni. Ma è certo che il prossimo passo è questo, dopo “l’aggiornamento” per annientare le nuove varianti». Un passo «importante per ridurre il tasso di ospedalizzazione: la terapia con i monoclonali ha già dato significativi risultati, soprattutto nel Riminese, dove è stata più ampiamente utilizzata, grazie a una radicata tradizione immunologica».
Fino ad oggi, la terapia con gli anticorpi monoclonali è stata somministrata in ospedale, in day hospital, «ma di per sé - sottolinea il direttore Carradori - non richiede tecniche particolari». Già oggi, alla sua somministrazione contribuiscono anche i medici Usca, pur sempre in ambiente ospedaliero. Oltre ai monoclonali, in Ausl Romagna a stretto giro arriverà «anche la pillola antivirale, di due diverse case farmaceutiche», aggiunge Altini, lucidando un’altra arma pronta da impiegare sul campo. E sull’utilizzo delle nuove, più all’avanguardia, “armi”, Carradori puntualizza: «I clinici decidono chi sono i beneficiari valutando le condizioni del paziente. E le “eccezioni”, se mai capitassero, meritano di esser sanzionate».

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