Covid San Marino: "Teniamo la guardia alta"

San Marino

«Non siamo preoccupati ma la guardia continua ad essere alta». Commenta così il ricovero di un paziente in Intensiva che spezza un trend durato più di un mese il segretario alla Sanità, Roberto Ciavatta. Al momento i casi attivi risultano 380, visti i 48 nuovi positivi rilevati nelle ultime 24 ore. Intanto, sul fronte ospedaliero sono 10 i letti occupati nei reparti di Isolamento, cifre che mantengono alte le misure anti contagio. «Basti pensare - sottolinea - alle mascherine che, nonostante l’obbligo decaduto ovunque, restano obbligatorie nelle strutture sanitarie».

L’intensiva non più vuota

«Era da un mese e mezzo che non si registravano ricoveri in quest’area, abbiamo vissuto con un po’ di tranquillità», nota evidenziando che «anche se l’attenzione non deve mai calare, si tratta del caso sporadico di un soggetto non vaccinato, giunto al Pronto soccorso con problemi respiratori». A seguire tratteggia appena il suo ritratto, limitandosi a dire che «è un lavoratore sotto i 60 anni con polmonite bilaterale, probabilmente causata dalla variante Delta». Ricoverato «senza un apparato respiratorio invasivo (non è stato intubato, ndr), ha l’ausilio del casco in un quadro clinico critico, ma – precisa il Segretario - non ancora grave».

Rsa sotto controllo

Mettendo sotto la lente le strutture residenziali La Fiorina e Il colore del grano, Ciavatta parla poi di «una situazione sotto controllo, ma monitorata con cura visto che riguardando persone fragili potrebbero verificarsi complicanze». Fermo restando che «tutti sono vaccinati e asintomatici o con lievi sintomi». Quanto allo stop temporaneo alle visite dei parenti, che ha suscitato polemiche, ribadisce: «Sono regole sempre applicate nelle strutture sanitarie qualora si verifichi un’emergenza, anche solo un’epidemia di morbillo. Regole da dettare, come dovere istituzionale, per un periodo comunque limitato, finché c’è rischio di contagi. Altrimenti - osserva - saremmo accusabili di non aver fatto Sanità pubblica». Tra l’altro, conclude, non si rilevano solo positività degli ospiti, ma anche tra gli operatori che ora sono a casa. Assenze che decretano dunque «una riduzione della capacità stessa dell’accoglienza della struttura».

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