Covid Romagna, l'Ausl: "Pressione fortissima, ma teniamo"

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Il virus dilaga ma il «sistema sanitario, sostanzialmente, tiene». Il direttore generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori registra la «grande pressione a cui sono sottoposti i colleghi che si occupano del tracciamento dei contagi e di tutti quelli che lavorano negli ospedali». La definisce una situazione che necessità di «massima attenzione, di uno stato di allerta». Lo dicono i numeri del Covid. «Ogni settimana abbiamo tra i 600 e i 700 nuovi contagi», prende atto Carradori. Ieri 778 con il picco di Rimini (308), quasi sempre maglia nera in Romagna anche a causa del numero più basso di vaccinati, seguito da Ravenna (188), Cesena (174) e Forlì (108). E, mediamente, ogni giorno negli ospedali della Romagna ci sono «ricoverate per Covid dalle 210 alle 230 persone». «La pressione è fortissima - argomenta il direttore generale - è vero che abbiamo tantissimi casi ma questo avviene anche in ragione della grandissima attività di tracciamento che svolgiamo: non a caso l’incidenza dei ricoveri, in rapporto al numeri dei positivi, è più bassa rispetto ad altri territori della regione».

Terapie intensive e decessi

Restano alti, comunque, i numeri dei ricoverati nelle terapie intensive, ma soprattutto nelle province di Ravenna (16) e Rimini (9); un solo posto occupato a Forlì, due a Cesena. Anche ieri in Emilia Romagna ci sono stati sedici decessi: a Ravenna sono morti una donna di 59 anni e un uomo di 79 anni, a Rimini una donna di 86 anni. Ausl Romagna intende proseguire spingendo forte sul tracciamento e con la campagna di vaccinazione, «per la quale abbiamo fatto nuove assunzioni».

Cosa succede ora?

Quanto al futuro, a giudizio del direttore generale Carradori la tendenza per il prossimo mese dovrebbe essere analoga a quella in corso, «alta diffusione del virus ma con una sostanziale tenuta del sistema sanitario». Ovviamente variante Omicron permettendo. «Ragionando su quanto possiamo saperne oggi, non dovrebbe cambiare molto: ha una grande capacità di diffusione ma non sembra produrre danni maggiori al paziente». Difficile pronosticare oggi su come potranno incidere lo shopping natalizio (un anno fa deleterio) e gli eventi di Capodanno. «Non sono tra coloro a cui piace enfatizzare l’allarme ma è chiaro che la socializzazione deve avvenire tenendo conto di tutte le norme di comportamento utili a non fare dilagare i contagi, già troppo elevati». Alla domanda su quando potremo uscire dalla pandemia Tiziano Carradori non risponde con ottimismo. Parla di «un mondo che sta agendo senza logica», facendo riferimento al fatto che soltanto una parte minoritaria del pianeta, quella maggiormente benestante, sta avendo accesso alla vaccinazione (in Emilia Romagna, per dire, è già stato superato il milione di terze dosi). «Questo virus muta continuamente: è un dato di realtà. La grande maggioranza del mondo è colpevolmente scoperta rispetto alla campagna vaccinale», insiste sottolineando più volte “colpevolmente”. Non impegnandosi in maniera massiccia per l’immunizzazione dal Covid-19 dei Paesi meno ricchi, di fatto il cosiddetto mondo occidentale crea le condizioni perché si sviluppino nuove varianti. «Delta e Omicron sono nate, non a caso, da Paesi in cui la popolazione è pochissimo vaccinata. Se continueremo a non prenderci carico delle popolazioni che non riescono a immunizzarsi saremo costretti a fare sempre ulteriori dosi di richiamo ma senza risolvere il problema».

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