Covid, il direttore di Pediatria di Rimini: "Ora bisogna vaccinare i bambini"

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«La generazione 18-25 ha risposto con fiducia alla campagna di vaccinazione. Basti pensare alla percentuale di ragazzi che hanno ricevuto la somministrazione, oltre l’80%. Voglio pensare a loro anche per la campagna vaccinale dei bambini 5-11 anni che verrà». Il ministro della Salute Roberto Speranza non ha dubbi sull’allargamento della campagna vaccinale ai più piccoli. A porne le basi, del resto, sono già state la richiesta di prepararsi che il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo ha rivolto ai presidenti delle Regioni, nonché l’ipotesi avanzata dal presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli secondo cui il vaccino per i bambini potrebbe essere pronto entro le festività natalizie.

Gianluca Vergine, direttore dell’unità operativa di Pediatria dell’ospedale Infermi di Rimini, a fronte della situazione attuale, la vaccinazione dei più piccoli è il passo successivo obbligato?

«In queste ultime settimane, nell’area vasta Romagna, c’è stato un trend in lieve crescita del numero dei nuovi casi e, per quello che riguarda la popolazione adulta, dei ricoveri. E l’incidenza di infezioni maggiore si registra, in particolare, fra i non vaccinati, compresa la fascia di età al di sotto dei 12 anni. Secondo i dati dell’ultima settimana, fra gli under 13 anni sono stati registrati 170 casi, e la fascia d’età più colpita è quella fra i 6 e i 10 anni, con 90 casi. Sicuramente, gli under 12 non vaccinati, assieme agli adulti non vaccinati, sono la fascia d’età maggiormente colpita. Alla luce di questi dati, la vaccinazione dei bambini riduce la circolazione del virus e aumenta la sicurezza nelle scuole, ed è al momento il solo strumento efficace e sicuro che abbiamo a disposizione per contrastare la diffusione del virus. E’ vero che nei più piccoli l’infezione è meno grave, però abbiamo avuto ricoveri di bambini e anche casi con complicanze».

E’ una fascia di età per cui molto, per non dire tutto, dipenderà dalle decisioni dei genitori, che spesso hanno già manifestato perplessità e timori per loro stessi.

«E’ una procedura che viene portata avanti con tutte le preoccupazioni del caso, ma i dati che abbiamo a disposizione al momento ci indicano che il vaccino è sicuro, con effetti collaterali lievi come il dolore locale e la febbre. E’ chiaro che la vaccinazione dei bambini non viene fatta per tutelare esclusivamente i più piccoli, ma anche per tutelare i nostri cari, i nostri nonni a cui spesso i genitori che lavorano lasciano i bambini. Il significato è quello di ridurre la circolazione del virus e di proteggere le persone più fragili. Altro aspetto, la vaccinazione dei più piccoli consente di scongiurare ulteriori chiusure, e questo è un vantaggio per loro. Abbiamo visto come le chiusure possono avere conseguenze significative sui bambini e sugli adolescenti».

Il fatto che a somministrare il vaccino potrebbero essere i pediatri, dunque persone a stretto contatto con le famiglie, potrebbe essere di aiuto nel placare dubbi e paure?

«Questo sicuramente. E’ una fra le ipotesi. Siamo in un momento di equilibrio, che però è anche molto instabile. E’ un momento in cui non dobbiamo abbassare la guardia. Il Friuli ci ha dimostrato quanto questo equilibrio sia fragile».

Il ministro Speranza ha elogiato la responsabilità dei maggiorenni. Per i più piccoli, come già dicevamo prima, questa responsabilità spetterà ai genitori.

«E’ chiaro che per la fascia di età al di sotto dei 12 anni il coinvolgimento dei genitori è assolutamente fondamentale».

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