Covid, il Comune di Rimini: "Si torna in palestra e in piscina"

Rimini

Da ieri è possibile rituffarsi in acqua dai blocchi della piscina comunale, così come possono ricominciare gli allenamenti nelle palestre delle scuole riminesi, fino ad ora vietate a tutte le società sportive dal no al loro utilizzo da parte dei dirigenti scolastici, preoccupati di garantire la salute dei propri studenti e il regolare svolgimento dell’anno scolastico appena iniziato.

La svolta

Ad annunciare la svolta attesa da centinaia di sportivi, professionisti e non, l’assessore allo sport Gian Luca Brasini. Che lo fa interpellato nel giorno in cui “Il Sole 24 Ore” quotidiano di Confindustria, certifica quello che tutti i riminesi che hanno dovuto rinunciare a sgranchirsi le gambe e non solo loro, ben intuivano; e cioè che il Covid ha duramente penalizzato la nostra provincia anche dal punto di vista dello sport.

Lavoro corale

«È stato un lavoro impegnativo, molto impegnativo – spiega l’assessore allo Sport per chi non lo sapesse ex stella di prima grandezza della pallamano –. Giustamente i dirigenti scolastici volevano avere ben chiaro i ruoli di tutti gli attori in scena: ovvero loro, le società, l’amministrazione comunale. Del resto già negli anni scorsi c’erano questioni non banali relative all’utilizzo promiscuo, inteso come scuola e tempo libero, degli impianti. Quest’anno, ovviamente, sono aumentate a dismisura con la questione dei protocolli Covid. Alla fine, dopo diversi incontri, ce l’abbiamo fatta».

Tutti in acqua

Come detto, le novità positive per gli sportivi, i cittadini riminesi tutti, non sono finite. «Oggi (ieri, ndr), infatti, riapre anche la piscina comunale».

Brasini non lo rivendica come un successo a senso unico dell’amministrazione: «Importantissima è stata la collaborazione con le società per trovare una modalità di utilizzo nel rispetto delle norme Covid ed individuare un modello diverso per l’accesso al piano vasca». Rispetto alle palestre dove non viene posto limite di fruibilità, l’ordinanza dà parametri tassativi. Ogni nuotatore deve avere a disposizione 7 metri quadrati: questo fissa dei paletti inderogabili sul numero massimo di persone che possono occupare contemporaneamente le corsie». Ma non è solo la capienza del piano vasca ad aver dato dei grattacapi. «Siamo stati costretti ad aprire fisicamente un altro varco: oggi gli accessi per la piscina sono diventati due. Abbiamo poi dovuto raddoppiare gli spogliatoi. Sono gli interventi più evidenti, ma ripeto, siamo stati costretti a fare tante altre migliorie, più o meno appariscenti, per renderla fruibile».

Igienizzazione

Sarà il personale del Comune a provvedere giornalmente all’igienizzazione delle palestre così come della piscina. Alle società, invece, il compito di provvedere ad ogni cambio di corsa, alla sanificazione di tutte le attrezzature utilizzate, palloni compresi.

Le palestre aprono nuovamente le loro porte alle società riminesi? Sì. No. Forse. Perché a sentire i diretti interessati, non è arrivata ancora nessuna comunicazione.

«Qualcosa si sta muovendo. - spiega Cristina Bini, presidente della Pallavolo Viserba -, nel senso che abbiamo avuto la possibilità di allenarci alla Flavia Casadei. Ma mi auguro che da qui alle prossime ore, arrivi una telefonata, una mail nella quale ci venga detto che possiamo tornare ad allenarci a pieno regime. Come spiegavo anche in un’altra circostanza, capisco la difficoltà dei direttori didattici, ma qui si rischia di bloccare centinaia di ragazzi. E non solo. Al di là della Rinaldi, noi abbiamo in ballo anche le palestre del Serpieri e dell’Einaudi, e anche lì il silenzio è abbastanza assordante».

A essere sorpreso è anche Lino Celli, presidente della Uisp.

«Che la situazione sia in continua evoluzione mi pare un dato di fatto. - sottolinea - Noi, per esempio, abbiamo ripreso da pochissimo l’attività in piscina, ma attendiamo con ansia l’apertura delle palestre perché la maggior parte dei nostri associati è lì che fa sport. E non parlo solo dei ragazzi, ma anche delle persone un pochettino più grandicelle. Se l’assessore Brasini ha detto che la situazione si è sbloccata non ho motivo di non crederci, anche perché si è speso in prima persona per risolvere questa querelle con le scuole, attendo il via libera fiducioso».

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