Covid, don sopravvissuto: per don Giorgio digiuno dalle chiacchiere

Riccione


Allegra Zanni
Don Alessio celebra messa nella parrocchia di don Giorgio: «Ora è il momento di pregare incessantemente per lui». Per la messa prefestiva di ieri la chiesa della Pentecoste si è “riempita” di fedeli per pregare insieme per il parroco, don Giorgio Dell’Ospedale, ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’Infermi di Rimini a causa del Covid-19. Per impegni sopraggiunti, non ha potuto officiare la messa il vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi: al suo posto si è presentato don Alessio Alasia, parroco di San Martino a Riccione, che solo pochi mesi fa si trovava nelle stesse condizioni del parroco della Santi angeli custodi. Don Alessio aveva infatti contratto il virus a marzo, in pieno lockdown, ed era stato a sua volta ricoverato in terapia intensiva a seguito di un peggioramento delle sue condizioni di salute.
L’affetto dei parrocchiani per don Giorgio si è fatto sentire anche attraverso la presenza fisica: tutti i posti disponibili all’interno della chiesa sono stati occupati - sempre nel rispetto della distanza fisica di un metro - e fuori, nonostante una timida pioggerella, si è radunata qualche decina di persone. Durante la messa, don Alessio non ha mancato di ricordare nelle preghiere don Giorgio e la sua malattia: «Preghiamo per il nostro parroco e per tutta la nostra comunità» ha detto infatti don Alessio «perché il Signore dia a noi la forza per un’incessante preghiera e a lui la grazia della guarigione».
Negli scorsi giorni, il vescovo Francesco ha affidato don Giorgio Dell’Ospedale all’intercessione di don Oreste Benzi, così come aveva fatto per don Alessio. «Quando è stata la mia volta» ha aggiunto il parroco di San Martino «il nostro vescovo mi ha detto che non solo avete pregato molto per me, ma qualcuno ha anche offerto piccoli sacrifici, come smettere di fumare o di bere caffè. Ora sono io che vi propongo un digiuno per don Giorgio: un digiuno dalle chiacchiere, perché don Giorgio ha bisogno solo di preghiere».
Sulla stessa lunghezza d’onda sono anche i parrocchiani, che in questi giorni si sono organizzati per pregare per don Giorgio negli stessi orari, per essere vicini non fisicamente ma spiritualmente. «C’è un po’ di apprensione» ammette Alessandro, giovane parrocchiano «perché ormai tutti hanno capito quale è la situazione». Ogni giorno i coordinatori dei gruppi della parrocchia aggiornano gli altri sulle condizioni del sacerdote, ricordando l’invito alla preghiera. «Adesso per forza è tutto un po’ fermo» aggiunge sconsolata un’altra parrocchiana «ma quando questa situazione sarà finita saremo ancora più grati di quello che abbiamo».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui