Costruzioni, l’effetto bonus spinge la forte ripresa: +1.9%

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BOLOGNA. Nella nostra regione le imprese riprendono a crescere. «Un “rimbalzo” che riporta quasi alla dimensione dello stesso periodo del 2019 – commenta Unioncamere Emilia-Romagna, rendendo noti i dati del Registro imprese delle Camere di commercio –. E il comparto che ha registrato la maggiore vitalità nel periodo è stato quello delle costruzioni: +1.211 unità, +1,9%». 

Stefano Betti, presidente dell’Ance dell’Emilia-Romagna, questo risultato è il frutto della spinta data dai bonus che il Governo ha messo in campo?
«Certamente. La ripresa del settore, in questo momento, è fondata principalmente su tutta l’attività nei condomini generata dal sistema dei bonus. Questo è innegabile, soprattutto da quando, con il decreto Semplificazioni di questa estate, si sono risolti quelli che erano i problemi burocratici che prima non consentivano la partenza dei suddetti interventi, cioè la necessità di una legittimazione dei condomini stessi passando attraverso l’accesso agli atti nei Comuni, che vista la pandemia e la scarsità di personale avevano molta difficoltà. Da quando è stata “bypassata”, operativamente da giugno, ovviamente il sistema è partito in maniera evidentemente molto forte, è partito in tutta la sua potenzialità. I numeri sono senz’altro figli principalmente di questa situazione».

La revisione dei bonus, così come abbozzata, ha suscitato più di una perplessità fra gli addetti ai lavori. Ci sono margini di miglioramento fra oggi e il testo definitivo della Legge di bilancio?
«Assolutamente sì. La nostra richiesta è che l’intero sistema dei bonus venga prorogato quantomeno al 2023, e che si sappia oggi quali saranno le proiezioni per gli anni successivi. Questo perché il sistema delle imprese ha necessità, soprattutto, di programmazione: di sapere non un giorno per il giorno dopo, ma di avere il tempo davanti per riuscire a organizzare la produzione, che in questo momento non è in grano di assorbire tutta la domanda e tutte le richieste che ci sono. Poi, se si vuole intervenire su alcuni bonus -per esempio sui Bonus facciate e ristrutturazioni- con un’ulteriore forma di controllo, la nostra proposta è che vengano gestiti come il Superbonus, cioè con i tetti e con i prezzari. L’elemento fondamentale, però, è che venga confermato il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura anche per gli altri bonus, e possibilmente che vengano anche mantenute le percentuali, perché sono quelle che hanno innescato in maniera positiva i suddetti bonus».

Dopo la spinta dei bonus, come far sì che le nuove imprese del settore non rimangano un picco legato alla situazione contingente ma possano continuare a lavorare?
«Non dimentichiamoci che sul mercato delle costruzioni arriverà anche l’ondata di produzioni necessarie per ottemperare agli obblighi del Pnrr. Su 220 miliardi di euro circa a livello nazionale complessivo, 108 in qualche maniera riguardano il settore delle costruzioni. Ci saranno nuove occasioni di mercato. È evidente ed è importante che si parli di imprese serie, organizzate, corrette e trasparenti, perché purtroppo, come sempre quando ci sono forti e violente impennate di mercato -anche se positive come questa- parallelamente si creano una serie di distorsioni».

Guardando sempre agli anni a venire, la transizione ecologica potrebbe costituire un’ulteriore opportunità?
«Non c’è dubbio, perché tra le tante sfaccettature della transizione ecologica, una buona parte coinvolge il nostro settore, sia dal punto di vista dell’utilizzo di materiali adeguati alle nuove esigenze ecologiche del mercato, sia perché la riqualificazione degli impianti e degli edifici segue ed è correlata a questa transizione ecologica. Dall’altro lato, la giustificazione dei bonus e dei Superbonus, in buona parte, è dovuta alla transizione ecologica. Non dimentichiamoci che gli edifici privati sono responsabili del 30% dell’inquinamento dell’atmosfera, quindi intervenire attraverso il sistema dei bonus non è un regalo che si fa a qualcuno, ma è anche un beneficio per la collettività, proprio nella direzione della transizione ecologica. La ratio originale dei bonus rimane quella di dare ai committenti, cioè ai cittadini, case che siano molto più confortevoli dal punto di vista energetico e che generino molti meno consumi e molte meno emissioni in atmosfera. Quindi, in realtà, siamo nella stessa direzione del miglioramento delle condizioni del benessere non solo degli individui ma anche della collettività e del Pianeta stesso».

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