Costretto a prezzi troppo alti: Metanopoli chiude dopo mezzo secolo

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Ha chiuso l’impianto del metano di Gambettola. Dopo mesi di code per il prezzo conveniente, la storica colonnina del metano è costretta ad alzare bandiera bianca. Alla scadenza del contratto Eni ha chiesto il triplo del costo delle forniture di oggi.

“Metanopoli” da mezzo secolo

L’impianto di erogazione metano di Gambettola, situato in via Malbona numero 13, traversa della provinciale Montanari (la strada che unisce Gambettola a Gatteo), funzionava da mezzo secolo, era stato aperto dai due soci Quinto Gridelli e Giancarlo Faenza, nell’estate 1972. Oggi è retto da una società in nome collettivo formato da cinque soci lavoratori e discendenti dei due nuclei famigliari fondatori. Ogni giorno, fino a ieri, l’impianto serviva clienti dell’intera area Rubicone e non solo. Nei mesi estivi, quando il prezzo era rimasto fermo a 1,51 al chilo era diventato il più basso dell’intero comprensorio cesenate. Così arrivavano a rifornirsi a Gambettola, automobilisti da ogni parte. C’era chi si metteva in coda alle 5 e mezza di mattina, un’ora prima dell’apertura. Chi arrivava dopo poteva trovarsi anche 70-80 autovetture in coda, una paziente attesa che sfiorava i 90 minuti. Poi da un mese l’aumento per coprire i costi aumentati, tra cui le spese elettriche, il metano veniva venduto a 1,92 per kg e le code si erano quasi azzerate. Ieri invece nuove code, ma per l’ultimo giorno di attività.

La chiusura

Il segreto del prezzo basso era dovuto ad un particolare contratto con Eni che però imponeva un contingentamento giornaliero, un quantitativo massimo predeterminato, e quindi a metà pomeriggio, raggiunta la soglia massima, chiudeva i battenti. Ma il contratto con Eni aveva scadenza il 31 ottobre. «Abbiamo provato in tutti i modi di avere un nuovo contratto con un prezzo abbordabile - spiegano i gestori - invece ci siamo trovati contro un muro con Eni che ci ha chiesto 5 euro a chilo. Non ci è rimasto altro che comunicare al Comune di Gambettola la chiusura dell’impianto dal 1° novembre al 31 dicembre».

Si spera in un arrivederci

«In mezzo secolo non avevamo mai chiuso ed è uno strano modo questo di festeggiare il nostro anniversario - aggiungono i gestori - Purtroppo un aumento di tre volte non è praticabile e non ha senso rimanere aperti. Speriamo ora che in questi due mesi le cose cambino, con il prezzo del metano più basso e una nuova offerta di Eni meno assurda. Stiamo anche valutando proposte di altri enti erogatori. Speriamo a gennaio di poter ripartire ripartire».

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