Cos’è una Cop? Il mondo decide come tutelare l’ambiente

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La Cop in corso a Glasgow mette al centro dell’agenda degli Stati del mondo il cambiamento climatico. Ma cosa significa? Era il 1995 quando la Unfccc, la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, creò la prima Cop, la Conferenza delle parti. Teatro dell’Evento fu Berlino. Ma tutto iniziò a dir il vero tre anni prima, a Rio de Janeiro, quando tutti i Paesi delle Nazioni Unite decisero di dar vita all’ormai famoso Summit per la terra. Da Berlino, una volta all’anno, in una città del mondo, si cerca di fare il punto della situazione per capire come combattere l’effetto serra delle emissioni dei gas climalteranti, che sono tre: anidride carbonica, protossido di azoto e metano. Berlino, dunque, fu il primo vertice. Nel 1997 fu la volta della Cop3, a Kyoto. Gli Usa non ratificarono l’atto finale: gli impegni che vennero sulla riduzione delle emissioni coinvolgevano i soli Paesi sviluppati. E gli Stati Uniti, in sostanza, avevano l’indice puntato contro. Da qui, le diplomazie internazionali iniziano a lavorare per cercare di sviluppare gli elementi considerati a Kyoto. Fino alla Cop13, nel 2007.

A Bali, in Indonesia, l’idea è quella di sviluppare un percorso condiviso grazie a impegni più vincolanti per tutti, entro il 2009. Ecco che nasce, infatti, il Bali Action plan, un piano d’azione concreto per cercare di ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente. L’anno dopo i rappresentanti delle nazioni si ritrovano a Poznan, per Cop14. Si parla di riduzione delle emissioni della deforestazione e del degrado forestale con il meccanismo Redd+. Si parla anche dei diritti delle popolazioni indigene, ma i Paesi che su questo tema sono più sensibili, come Nuova Zelanda, Australia, Usa e Canada, fanno togliere dal testo ogni riferimento. Nel 2009 si arriva alla Cop15 di Copenhagen con una profonda crisi sul riscaldamento climatico. Qui, per la prima volta, si scrive di voler evitare di superare la soglia di 2 gradi nell’aumento della temperatura terrestre. Viene anche stabilito il Fondo per il clima. Belle idee, ma l’intesa è solo tra i capi di Stato: l’atto non è vincolante.

Nel 2010 si va a Cancun, in Messico: i Paesi vogliono tagliare le emissioni di gas serra dal 20% al 40% entro il 2020.

La prima grande vittoria sulla sostenibilità è però nel 2015, durante la Cop 21. Si firma l’Accordo di Parigi (nella città francese, infatti, si svolse l’incontro), dove si decide di mantenere sotto i 2 gradi l’aumento della temperatura rispetto ai livelli pre-industriali e possibilmente sotto 1,5.

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