Cosa succede quando la coppia non fa più sesso

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Dove va a finire l’amore quando la coppia non fa più sesso? Secondo alcuni dati statistici sono sempre di più le coppie che non hanno un’intimità sessuale, ma che basano il loro rapporto su altri elementi rinunciando alla passione. Ciò accade sia a quelle mature, ma anche a quelle che si sono formate da poco. Ma perché succede e quando la mancanza di una vita sessuale diventa un problema lo chiediamo alla psicologa e psicoterapeuta Edda Plazzi, esperta in sessuologia, attiva sul Ravennate.

Dottoressa, è vero che le coppie che non fanno sesso sono in aumento?

«Secondo l’Associazione Matrimonialisti Italiani (AMI) circa il 30% delle coppie sposate fanno poca o nessuna attività sessuale. Questo è un fenomeno che negli Stati Uniti riguarda un adulto su 7, ma che è in costante aumento anche in Italia. Queste coppie sono da distinguere da quelle che compongono i cosiddetti matrimoni bianchi, situazioni in cui non è mai stato consumato nemmeno un rapporto e che possono essere annullate dalla Sacra Rota».

A chi capita di perdere interesse verso la sessualità quando si sta in coppia?

«Innanzitutto è da precisare che la mancanza di interesse verso la sessualità in questo particolare momento sembra appartenere più agli uomini che alle donne. Il dato che emerge dalle statistiche è che siano soprattutto le coppie con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni a disinnamorarsi del sesso. Può capitare sia a coppie che non sono mai state totalmente travolte dalla passione, ma anche a quelle che inizialmente hanno avuto un’intensa vita sessuale».

Da che cosa dipende?

«Spesso si tratta di coppie che hanno figli piccoli, che lavorano dalla mattina alla sera e che hanno un tale carico sulle spalle, che anche fare sesso può essere visto come un impegno o un altro lavoro. Alla fine della giornata non restano energie per vivere la sessualità come si dovrebbe o comunque c’è sempre qualcosa che ha la priorità. Allo stesso tempo, una mancanza di interesse per la sfera sessuale si può manifestare anche nelle coppie più mature, che stanno insieme da molti anni e che hanno figli grandi. Le neuroscienze ci hanno insegnato quanto l’amore, soprattutto all’inizio di una relazione, sia fatto di chimica. Esistono degli ormoni e dei neurotrasmettitori che sono deputati a mantenere al massimo l’attrazione sessuale per un periodo sufficientemente lungo sia per fare da collante della coppia e facilitare così la costruzione della relazione; sia per permettere di fare figli alle coppie in età riproduttiva, svolgendo quindi una funzione prettamente biologica. Successivamente cambiano un po’ le priorità che vengono maggiormente focalizzate al consolidamento della coppia e alla protezione dell’eventuale prole».

Che cosa succede a queste coppie che si allontanano dall’intimità sessuale?

«Molto spesso è uno dei due a subire la scelta dell’altro e ciò può far scattare una reazione che può tradursi in infedeltà. Chi subisce e sopporta la scelta potrebbe cercare una forma di appagamento del desiderio sessuale rivolgendosi ad altri partner con conseguenze che spesso portano alla separazione o al divorzio. Il tradimento è, infatti, la principale causa della fine delle relazioni».

Che cosa ci dice rispetto al sesso e al desiderio quando non si è più giovani?

«Con l’età il sesso si trasforma. Subentra, non solo la routine legata alla quotidianità, ma anche cambiamenti fisici e mentali in entrambi i partner che possono spegnere la vita sessuale della coppia. Ad esempio in menopausa, il calo degli estrogeni comporta un calo della libido e un assottigliamento delle mucose genitali, con conseguenze negative sulla vita sessuale femminile e con il passare degli anni si verifica un calo della libido anche negli uomini e una minore portata dell’erezione. Si allenta fisiologicamente il bisogno del sesso e alcuni lo lasciano andare senza porsi troppi problemi. Per altri può essere invece vissuto con disagio e sofferenza, come una perdita frustrante. In questo caso tuttavia sarebbe utile cambiare approccio, perché se si considera la sessualità solo come un atto genitale, per alcune coppie finito quello finisce tutto. Se invece consideriamo una sessualità più “diffusa” che preveda piaceri come il semplice contatto fisico, carezze e baci, si può vivere una sensualità nuova che può avere la sua bellezza e dare un suo appagamento non trascurabile».

Che cosa si può fare per mantenere accesa la passione?

«Bisogna tenere a mente che il piacere chiama piacere. Si deve dedicare tempo al proprio benessere e a quello del partner. Inoltre, mai dimenticare che l’intimità fisica e affettiva contribuiscono a mantenere il legame di coppia più solido e stabile e perché tutto questo possa continuare a esistere, anche a distanza di anni, bisogna dedicargli spazi e tempi adatti. Si tratta di spazi e tempi non solo concreti, ma anche mentali. Bisogna fare una distinzione con la coppia genitoriale, conservare il “tu ed io” anche in presenza dei figli. Nella pratica, è bene crearsi dei momenti di svago, da concedersi l’un l’altro. È essenziale conservare un dialogo intimo in cui aprirsi, confidarsi, in cui sentirsi vicini emotivamente e fisicamente.

E non dimenticarsi che maschi e femmine funzionano in modo diverso, generalmente le donne rispondono meglio al senso del tatto, hanno bisogno di parole, di gesti d’affetto; mentre gli uomini si attivano sessualmente mediante le immagini e la fantasia».

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