Coronavirus e solidarietà: la Donation league di Cecchetto

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«Cercare di far vincere lo scudetto della solidarietà alla propria squadra del cuore». E’ l’obiettivo della Donation league, l’iniziativa a cui Claudio Cecchetto, ex candidato sindaco per il Comune di Misano, ha dato vita una settimana fa. Si tratta di una raccolta fondi che chiama in causa i tifosi delle squadre di serie A, che «in attesa della ripresa del campionato - spiega Cecchetto - potranno contribuire a finanziare la ricerca per trovare una cura al coronavirus, facendo balzare la squadra per cui si tifa in cima alla classifica delle donazioni». Nato in collaborazione con il professor Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano, il progetto è finalizzato a sostenere la ricerca dei più importanti istituti italiani.
Cecchetto, cosa l'ha spinta a ideare Donation league?
«Non vedevo la ragione per cui la sospensione del campionato dovesse essere accompagnata alla sospensione del tifo, che io ritengo essere un’importante occasione di aggregazione. Può portare positività in un momento difficile come questo, creando unione tra i tifosi, contribuendo allo stesso tempo a realizzare un fine nobile e utile alla comunità».
La "sfida" è aperta da una settimana. Quanto è stato raccolto finora?
«Al momento la somma raccolta si aggira intorno agli 11mila euro, «ma siamo solo all’inizio - ribadisce Cecchetto - e non c’è un orizzonte temporale preciso entro cui finirà o una cifra massima che si punta a raccogliere. Donation league cesserà solo quando riprenderà il campionato. Nel frattempo, i tifosi di Juve, Milan, Inter, Napoli e le altre squadre di serie A possono competere fronteggiandosi alla gara delle donazioni».
Come funziona la donazione?
«Quando si entra nel sito di Donation league, prima si specifica la squadra e poi si procede con la donazione. Guardando la classifica aggiornata in tempo reale è infatti possibile scoprire qual è la tifoseria più solidale. Per ogni donazione c’è un punto, ma il sito permette di vedere non solo l’ammontare complessivo di donazioni raccolto da ciascuna squadra, ma anche il numero di donazioni o l’importo medio».
Si pone molta attenzione sui numeri…
«Sì, i numeri sono quelli che rendono più partecipi i tifosi. E' così anche nelle partite. E' provato che attira molta attenzione sapere che una squadra, ad esempio, non ha preso goal per 100 minuti. In Donation league, poi sono visibili anche gli ultimi 4 donatori, con i nomi, importo e squadra di appartenenza».
Qual è il riscontro che le sembra abbia avuto fino ad adesso la sua iniziativa?
«L’idea, personalmente, mi è sembrata simpatica e ho notato che amici come Carlo Conti, Max Pezzali e Caterina Balivo hanno avuto la stessa impressione. Adesso, infatti, sta partendo una challenge (una sfida, ndr) in cui ognuno pubblica un post, indicando la squadra del cuore, la donazione fatta o l’importo raggiunto complessivamente e invitando gli amici a fare lo stesso. Mi auguro che partecipino in tanti perché di donazioni per la ricerca ce n’è sempre bisogno».

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