Coronavirus a Rimini. Mascherine alla moda, ma false

Rimini

Mascherine “chic” da acquistare a peso d’oro e indossare come status symbol. C’è la concreta possibilità che nei prossimi mesi il dispositivo di protezione, come già avveniva in Asia per lo smog (quella di Fendi venduta a 190 euro è andata a ruba on line), diventi un’abitudine, trasformandosi addirittura in accessorio alla moda. Ecco allora che gli specialisti della truffa sono già pronti ad approfittare della situazione. È quanto hanno scoperto i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Rimini, impegnati nei controlli sulle attività produttive in deroga perché “riconvertite” alla filiera sanitaria.
In una serigrafia di Rimini si stampavano infatti marchi falsi da apporre su mascherine chirurgiche, così da renderle “griffate”, ma ovviamente taroccate. In un’attività parallela a quella consentita, relativa all’imbustamento di mascherine, svolta in un altro pieno dello stesso stabile si stampavano loghi contraffatti di marchi registrati come Vltn, Disquared, Supreme, Givenchy, Gucci, Dior, Balenciaga, Prada, Saint Laurent, Juventus).
Con il titolare dell’attività, un riminese di 42 anni (M.M.), è stato denunciato anche il committente, un imprenditore cinquantaquattrenne originario della provincia di Pesaro, ma domiciliato nel Riminese (L.A.) e già coinvolto in un’indagine sui marchi contraffatti. Entrambi saranno chiamati a rispondere dei reati di alterazione e introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (articoli 473 e 474 del codice penale), con l’aggravante della modalità imprenditoriale.
Il riminese è stato sanzionato anche per le norme anti-contagio che limitano gli spostamenti, mentre indagini sono in corso per scoprire il magazzino dove l’imprenditore aveva intenzione di applicare i marchi, con l’utilizzo di presse a caldo sul tessuto delle “mascherine”, così da trasformarle in ricercati “accessori di moda”. Già prima della ‘psicosi’ emergenza virus la mascherina protettiva si era diffusa come accessorio e anche le griffe le avevano proposte come anti-smog e ora vista la richiesta del mercato, le hanno rilanciate. A dare una mano alle vendite ci si mettono anche le star: è il caso della cantante Billie Eilish che ai Grammy 2020, ha sfoderato una mascherina griffata Gucci.
Il personale agli ordini del colonnello Michele Ciarla, comunicata la notizia di reato al magistrato di turno Davide Ercolani, ha sequestrato 126 stencil, matrici per il ciclostile, una stampante professionale a colori e l’hard disk di un computer. Niente sigilli all’attività della serigrafia, almeno quella svolta al secondo piano, che effettivamente risponde a quanto comunicato alla prefettura: si è “riconvertita” alla produzione di mascherine.

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