Coronavirus Ravenna, una strage: 429 morti da ottobre

La scia di morti in provincia di Ravenna non si ferma. Il report dell’Ausl Romagna settimana dopo settimana evidenzia una crescita dei decessi che sembra irrefrenabile, anche confrontandola alle altre città romagnole. Sono 59 i decessi registrati tra il 27 dicembre e il 3 gennaio (e dal 4 gennaio ad oggi è stata comunicata la morte di altre 25 persone) e il totale della provincia dei morti per Covid raggiunge quota 516. Una cifra che era inimmaginabile a ottobre, quando la città si approcciava alla seconda ondata forte di un numero di decessi nettamente inferiore a quello delle altre realtà regionali.

Oggi invece Ravenna ha un numero di decessi non molto inferiore a quelli di Rimini, molto più colpita a primavera e oggi a quota 552 vittime. Il “recupero” di Ravenna sul fronte dei decessi è frutto di una progressione autunnale figlia anche dei contagi nelle case di riposo che ha visto la città, giorno dopo giorno, registrare il più alto numero di vittime causate dal Covid.

L’ultimo report non fa eccezione: a fronte dei già citati 59 morti ravennati tra il 27 dicembre e il 3 gennaio, nello stesso periodo Rimini ha visto morire 32 persone mentre Forlì e Cesena, insieme, 17.

L’eccesso di mortalità

Spostare lo sguardo sul lungo periodo può aiutare a capire le differenze tra la prima e la seconda ondata. Per farlo, sono utili i dati dell’Istat sulla mortalità complessiva, un report mensile prodotti insieme all’Istituto superiore della sanità che confronta quanto il coronavirus abbia impattato sui decessi complessivi. L’analisi si basa sull’assunto secondo il quale il Covid porta sia a morti dirette sia a decessi indiretti, legati ad esempio alle difficoltà del sistema sanitario (il caso del pronto soccorso a Ravenna è emblematico in questo senso) o al fatto che qualcuno, per paura di contrarre il virus, rinunci ad esami e visite di controllo. I dati più aggiornati sono quelli del 30 novembre.

Osservando il grafico che prende in esame la differenza tra il totale dei decessi del 2020 con la media registrata tra il 2015 e il 2019 nelle tre province romagnole, mese per mese, si può notare come le due ondate hanno colpito in modo differente il territorio, circostanza peraltro sottolineata spesso dalla stessa Ausl. A Ravenna novembre ha visto un aumento della mortalità complessiva rispetto alla media pari al 45,3%. Il dato è inferiore a quello riminese a livello percentuale (57,5%) ma rappresenta comunque il picco dell’anno, attendendo i numeri di dicembre che potrebbero essere anche più pesanti.

La progressione è partita da settembre in avanti dopo che agosto aveva visto addirittura il 2020 ravennate avere meno decessi rispetto ai cinque anni precedenti (-4,5%). A primavera invece l’eccesso di mortalità c’era stato ma non evidente come nel resto della Romagna: mentre Rimini registrava il picco di decessi (+67,4%) e anche Forlì e Cesena soffrivano (soprattutto ad aprile, quando si è arrivati ad un aumento del 45,5% rispetto agli anni precedenti) a Ravenna il virus faceva crescere la mortalità di un dato assai minore: 10,1% a marzo, 14,2% ad aprile.

A maggio il dato era tornato in linea e a fine ottobre i morti complessivi erano 87. In poco più di due mesi se ne sono aggiunti 429.

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