Coronavirus Ravenna, la Curia si arrende: niente Grest

RAVENNA. Mentre i Cre comunali ripartono con alcune difficoltà, l’altra metà del cielo dell’intrattenimento estivo per ragazzi resta al palo: per quest’anno i Grest parrocchiali si terranno in pochissime parrocchie, lasciando circa 2.500 ragazzi privi dell’esperienza estiva. E dire che quello di quest’anno doveva essere un anno da ricordare: il trentesimo dall’inizio dei Grest. Per questo era stato scelto un tema speciale: Dante Alighieri, anticipando in qualche modo le celebrazioni dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Tutto rimandato al 2021; difficile organizzare i Gruppi ricreativi estivi in queste condizioni.

Grest in quattro parrocchie
La decisione è arrivata a inizio giugno. Don Matteo Papetti, direttore della pastorale giovanile, spiega la situazione: «Sono pochissime le parrocchie che hanno intenzione di organizzare qualcosa: in Cattedrale in questi giorni sta partendo un’esperienza con una quarantina di ragazzi. Per Ora anno manifestato l’intenzione di provarci altre due parrocchie cittadine: San Paolo e Santi Simone e Giuda. Ma don Matteo tiene a precisare che «non credo nemmeno che useremo il termine Grest, probabilmente parleremo di oratori estivi. Le attività tipiche del Grest con le limitazioni della Regione sono impossibili da portare avanti. Ci adeguiamo, si tratta di una necessità sanitaria ma le norme rendono impossibile portare avanti lo spirito di un Grest». L’indicazione della Curia è comunque quella di aspettare per le attività prima del 22 giugno.

I limiti per gli adolescenti
Uno dei problemi principali, rivela il direttore della Pastorale, è relativo alla necessità di avere sempre un maggiorenne presente. A differenza dei Cre, la spina dorsale dei gruppi parrocchiali è costituita da volontari adolescenti che vengono responsabilizzati con il ruolo di animatori o di aiuto animatori. Del resto l’attività della Pastorale Giovanile è rivolta soprattutto a ragazzi e adolescenti che, come si legge in un documento, sono stati anch’essi molto provati e demotivati dall’esperienza del lockdown. Nei Grest, i ragazzi maggiorenni sono una minima parte: il grosso delle attività viene portato avanti dai ragazzi che “animano” i più piccoli. Con le nuove regole non è più possibile perché i protocolli regionali sottolineano la necessità della presenza di un preciso numero di maggiorenni in relazione alla quantità di bambini. «Inizialmente – riprende don Matteo – avevamo pensato di proporre per questo ruolo le catechiste ma molte di loro si trovano nell’età a rischio». Ci sono inoltre questioni legate al numero massimo di iscritti e alle tante norme legate ai dispositivi di protezione. Molti oratori, quest’anno resteranno vuoti. L’assenza dei Grest toglie alle famiglie una bella fetta dell’offerta formativa estiva: in molti casi, anche per la maggiore economicità, i gruppi estivi parrocchiali rappresentano una valida alternativa ai Cre comunali.

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