Coronavirus Ravenna, "faida" tra negozi e locali: 158 segnalazioni

RAVENNA. Negli ultimi due mesi, all’ufficio di polizia commerciale della municipale di Ravenna sono arrivate la bellezza di 158 segnalazioni da parte di titolari di attività, indicanti presunti illeciti in ambito commerciale legati all’epidemia da Covid-19. Tradotto: negozi, ristoranti e bar che accusano loro colleghi di inadempienze. Mettersi insieme, fare rete, darsi una mano l’uno con l’altro: tutte pratiche di buon senso che sembrerebbero essere saltate per aria - se mai ci siano state -, frantumate da numeri impietosi che parlano praticamente di quasi 3 segnalazioni al giorno di attività che denunciano altre attività.

Tensione sociale alta
In alcune realtà del Ravennate la voce di tutto questo stava girando già da qualche giorno. In un paesino, in particolare, si parlava di un barista multato per avere dato la possibilità a un cliente di consumare un caffè dentro il locale, invece che da asporto come consentito per il momento dalle normative. Dopo aver pagato la multa il barista si sarebbe poi attivato per tenere sotto controllo gli altri bar, segnalando alle forze dell’ordine eventuali illeciti e diventando, di fatto, parte in causa nell’elevazione di altre sanzioni.
Le voci ora però trovano fondamento nei fatti, ossia nei dati che la polizia locale sta tenendo catalogati fin dall’inizio della pandemia e che ogni giorno vengono poi condivisi con gli altri enti locali per l’elaborazione di statistiche e analisi evolutive sul Coronavirus. Dati incontrovertibili, che raccontano appunto di un tessuto commerciale ravennate dal “sangue amaro”, tanto da aver accumulato in due mesi quasi 160 segnalazioni tra quelle arrivate direttamente alla centrale operativa - la maggior parte - e quelle effettuate tramite la piattaforma "Comunichiamo”.

Le conseguenze
Certo, nessuno vuol dire che trasgredire le regole sia un gesto che non meriti di essere punito, specialmente quando di mezzo c’è la salute pubblica, ma a cosa possa portare l’ingaggio di una lotta senza quartiere tra commercianti è difficile dirlo. Sicuramente però a nulla di buono. Cosa accadrà infatti quando da lunedì tutto sarà finalmente pronto per ripartire e tutti dovranno seguire una rigida lista di protocolli cautelativi? Oltre alle perdite economiche, che già sono state ingenti e di sicuro proseguiranno per tutto il resto dell’anno, le attività - come ad esempio anche gli stabilimenti balneari - dovranno preoccuparsi di eventuali “spie” della concorrenza, pronte a segnalare anche un solo piatto fuori posto?

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