Ravenna, il coronavirus fa saltare le prime Feste dell'Unità

Ravenna

RAVENNA. Iniziative divenute parte integrante del calendario di eventi dalla primavera all’autunno, prima di ora non si erano mai fermate. Col caldo torrido o piogge torrenziali, negli anni del boom economico come in quelli della recessione, le Feste dell’Unità, al pari di tante sagre di paese, si erano sempre tenute adeguandosi alle variabili imposte dal contesto del momento, come quando nel 2017 gli organizzatori si trovarono a dover fare i conti con il posizionamento delle barriere anti terrorismo. Ma a causa del coronavirus per la prima volta rischiano di essere cancellate o quanto meno di slittare.

Eventi saltati
Proprio in questi giorni era in programma la prima festa a Giovecca, mentre tra il 7 e il 10 maggio sarebbe stata la volta di Russi. Appuntamenti ovviamente annullati per l’emergenza sanitaria in atto, così come salteranno quelli in calendario almeno fino all’inizio di giugno. La speranza è di poter recuperare almeno qualche data più avanti, riproponendoli anche se con una formula diversa. «Al momento non è stata presa alcuna decisione – commenta Alfeo Zanelli, responsabile provinciale per le Feste dell’Unità –. Vedremo cosa accadrà dopo il 4 maggio, anche per capire quali decisioni e misure verranno stabilite. Impossibile dire adesso se si potranno organizzare e come, sono valutazioni che faremo quando il quadro dei possibili scenari sarà più chiaro. Certamente – spiega con un velo di amarezza – per uno o due anni le Feste dell’Unità difficilmente potranno essere vissute con la stessa formula con cui le abbiamo conosciute finora».

Ipotesi alternative
Se per la ristorazione e le esigenze di distanziamento si potrebbe in qualche modo trovare un’alternativa, dai cartelloni quasi certamente spariranno esibizioni di gruppo e spettacoli di ballo. C’è poi da fare i conti con i tempi imposti dalla burocrazia e dall’organizzazione degli eventi: solo per fare un esempio, un anno fa di questi tempi era già partita la pubblicità per la Festa di fine agosto al Pala De Andrè, mentre allestire nei dettagli tutto il programma della rassegna (che negli ultimi due anni è coincisa con la festa nazionale del Pd) servono quasi due mesi.

Attualmente, quindi, si naviga a vista. La priorità è la ripartenza del Paese mentre per tutto il resto le decisioni verranno prese successivamente. «Avevamo in animo di riproporre la Festa a inizio maggio – commenta Paolo Valenti, segretario del Pd di Russi –. Dopo alcuni anni in cui le date sono variate, l’anno scorso (quando si tenne dal 24 al 29 aprile) avevamo individuato la primavera come periodo ideale e devo dire che era andata bene. Ma in passato era stata organizzata per diverso tempo alla terza settimana di giugno, per un paio di anni a luglio e anche a settembre. Per questo se ci saranno le condizioni siamo pronti a riproporla, anche in autunno. Diciamo che non rinunciamo a priori all’idea di farla, sul come e con quale formula vedremo. Rispetto ad altri appuntamenti, penso ad alcune sagre o agli eventi di alcune associazioni, abbiamo il vantaggio di poterla spostare, non essendo legati a una data fissa. Quando a febbraio ci ritrovammo per la programmazione, ci fermammo subito. Era infatti chiaro che non ci sarebbero state le condizioni per farla a maggio, tanto più che per essere pronti il periodo operativo sarebbe stato a cavallo tra marzo e aprile, che invece è coinciso con il lockdown».

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