Coronavirus, a Ravenna accessi al pronto soccorso calati del 30%

RAVENNA. Con 95mila pazienti assistiti in un anno il Pronto soccorso di Ravenna è il presidio con più accessi della Romagna. Ma da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus, ambulatori e corridoi sono decisamente meno affollati. E’ uno dei pochi effetti collaterali “positivi” del covid-19 insieme al miglioramento della qualità dell’aria (altro servizio sotto). Stando infatti ai dati forniti dall’Ausl, nella settimana in cui il contagio si è diffuso un po’ in tutto il nord Italia il numero di accessi è calato del 25%-30% rispetto ai periodi precedenti. In pratica, come fanno osservare dall’azienda sanitaria, il calo coincide con la percentuale stimata degli accessi ritenuti “inappropriati”, ovvero codici bianchi e una parte dei verdi che non rivestono carattere di urgenza. Casi di pazienti in bilico tra l’ipocondria e bisogni di assistenza minimali che in condizioni normali vanno a ingolfare la macchina dei soccorsi, tra sovraffollamento e tempi più lunghi per visite ed esami.

Eliminato il sovraffollamento
Un problema annoso, quello degli ingressi non urgenti, che era stato rimarcato nelle scorse settimane in occasione della presentazione del nuovo direttore del Pronto soccorso, Andrea Morelli; in quell’occasione il medico alla guida dell’unità operativa sottolineò come «l’inappropriatezza supera il 35%, parliamo di bisogni di assistenza ma non di urgenze. I codici bianchi sono il 10%, poi una quota dei codici verdi. Occorre un’educazione delle persone all’uso delle strutture sanitarie. Il nostro mandato è dare risposte a chiunque, cerchiamo una destinazione anche alle istanze che non appartengono alle urgenze. Dobbiamo fare presto e bene e non possiamo sbagliare. Il sovraffollamento è determinato dalla necessità di dare risposte a tutti».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui