Coronavirus, pazienti in quarantena al Ceub di Bertinoro

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FORLI'. Una storia lunga oltre mezzo secolo fatta di continue trasformazioni e un presente da presidio per evitare che l’epidemia di Covid-19 possa continuare a diffondersi. Da monastero cinquecentesco destinato alla clausura delle monache benedettine del Corpus Domini a Seminario Vescovile tra il 1817 e il 1972, lo storico edificio bertinorese recuperato nel 1994 dal Centro Residenziale e Universitario e utilizzato sinora per ospitare corsi ed alloggiare i partecipanti ai seminari e alle attività di alta formazione, da lunedì sarà a tutti gli effetti a disposizione dell’Azienda sanitaria della Romagna.


L’ex Seminario Vescovile ospiterà, per almeno due mesi prorogabili ogni trenta giorni sino ad un massimo di 6 mesi, tutte le persone in sorveglianza sanitaria ed isolamento fiduciario domiciliare per cui si renda necessario l’allontanamento dall’abitazione in quanto non idonea a garantire che le misure di prevenzione del contagio tra i contatti familiari siano proficuamente attuabili. Insomma, dopo l’Hotel Paradise Airport di Forlì, l’ex Seminario del Ceub diventa la seconda struttura del territorio dedicata ad alloggiare in sicurezza, come fosse anch’essa un albergo, i casi positivi al Covid-19. Quelli con sintomi lievi o asintomatici le cui condizioni di salute non richiedano ricovero ospedaliero o i dimessi dalla struttura sanitaria in attesa di negativizzazione ai tamponi di controllo.
La convenzione tra Ausl, e Ceub, nella persona del suo presidente, il prorettore per la didattica dell’Università di Bologna Enrico Sangiorgi, è stata siglata mercoledì e già lunedì a Bertinoro potranno arrivare i primi “ospiti”. Tutto, infatti, è già stato allestito adattando gli spazi e mettendo a disposizione 50 camere delle 66, tutte dotate di wi-fi e servizi indipendenti, di cui dispone l’ex Seminario vescovile. D’altronde se l’offerta è stata avanzata dal Centro Residenziale Universitario solo pochi giorni fa (esattamente il 4 maggio), la trattativa andava avanti da tempo. Al punto che già il 27 aprile era stato effettuato un sopralluogo, rivelatosi decisivo, per accertarsi che gli spazi e i servizi dell’edificio fossero adeguati allo scopo. Fine che, è doveroso ricordarlo, nasce da un cambio di impostazione dell’Igiene Pubblica relativamente agli isolamenti domiciliari dei soggetti positivi al Covid-19. Per spezzare la catena dei possibili contagi in ambito familiare, si propone in via primaria alle persone, l’isolamento in una struttura alberghiera».


Ceub ha fornito la propria disponibilità e, adesso, dovrà gestire in proprio l’assistenza e la degenza degli ospiti, l’Ausl fornirà un corrispettivo giornaliero che comprende tutti i servizi “alberghieri” a carico del gestore: i pasti, la sorveglianza, lo smaltimento dei rifiuti, i dispositivi e le misure di protezione, la pulizia e sanificazione degli ambienti, delle stanze e di tutti gli arredi e della biancheria. La tariffa è di 1.395 euro al giorno sino a un massimo di 15 ospiti. Se, nel corso del tempo, si dovesse superare questa soglia di riempimento, per ogni ospite aggiuntivo l’Azienda sanitaria garantisce 93 euro al dì “tutto compreso”. Tirando le somme, in caso di piena occupazione il contratto prevede un compenso mensile al Ceub di 153mila 450 euro Iva compresa. Tarato sui due mesi di accordo (estendibile), sono 306mila 900 euro.
La società ha già stretto accordi con aziende che forniranno i servizi dedicati all’interno dell’ex Seminario vescovile e il contratto fissa precisi protocolli da seguire per la pulizia accurata di ogni superficie, ambiente e dotazione delle stanze. Finché la situazione epidemiologica lo renderà necessario, il cinquecentesco edificio sarà dunque disponibile e pronto ad accogliere tutti gli eventuali nuovi casi positivi su territorio provinciale.

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