IMOLA. Scuole chiuse, ma uffici, negozi e aziende aperti. Mentre nei supermercati continua a riversarsi una folla di clienti inusuale, tale da mettere in allarme anche il personale che ora chiede attraverso i sindacati misure per proteggersi dal virus. A sollevare la questione della sicurezza sanitaria nei posti di lavoro sono i sindacati che in queste ore hanno chiesto alle aziende dei vari settori incontri e provvedimenti.
Camera del lavoro
Intanto è la stessa Camera del lavoro che si attrezza. Da ieri ha messo a punto una serie di misure per rendere meno affollate le sale d’attesa: si potrà accedere ai servizi del Patronato Inca e del Caaf Teorema su appuntamento e gli utenti saranno invitati a presentarsi in sede solo all’orario assegnato, in modo da evitare il più possibile code o affollamenti. Negli uffici informazioni e nelle aree di attesa potrà entrare contemporaneamente solo un numero limitato di persone. Le assemblee sindacali il cui ordine del giorno è differibile saranno rinviate a data successiva alla scadenza dell’ordinanza regionale, fatta salva un’ulteriore proroga.
Nelle aziende metalmeccaniche
I sindacati di categoria territoriali stanno verificando poi le problematiche che questa emergenza sta causando nei luoghi di lavoro per concordare con le aziende quali provvedimenti e misure adottare a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sia dal punto di vista sindacale che sanitario. Nelle grandi aziende metalmeccaniche imolesi ad esempio, come Sacmi e Cefla, dove nelle mense si riuniscono allora di pranzo diverse centinaia di persone, dovrebbero essere organizzati dei turni, in modo da ridurre l’affollamento negli stessi spazi. Fiom, Fim e Uilm invitano le aziende imolesi del settore a verificare «la copertura (ammortizzatore sociale / malattia) per tutti i lavoratori e le lavoratrici che, provenienti da zone soggette a contagio o per altre ragioni, sono sottoposti a sospensione dal lavoro e impossibilitati a lavorare in smart work / telelavoro». Inoltre chiedono che «i lavoratori e le lavoratrici impossibilitati a recarsi al lavoro a causa della chiusura delle scuole debbano poter restare a casa utilizzando gli strumenti (ferie/par) contrattualmente a disposizione senza tener conto di percentuali massime e preavvisi».
Commercio
Lo stesso chiedono anche per i lavoratori del commercio che, con il riversarsi di centinaia di cittadini a fare scorte di spesa al punto da svuotare molte scansie (nonostante non esista al momento alcuna allerta in termini di approvvigionamento), sono ora una delle categorie più esposte. «Al momento ci s risulta che solo Coop Alleanza 3.0 abbia inviato una nota interna per consentire ai dipendenti di indossare la mascherina protettiva nel servire i clienti» dicono alla Filcams. La richiesta che verrà portata negli incontri richiesti con urgenza è che «in ogni luogo di lavoro siano poste in essere indicazioni omogenee per le precauzioni per tutti gli addetti a contatto con l’utenza o la clientela».