Coronavirus a Imola, anche l'indulgenza arriva per decreto

Imola

In tempo di Coronavirus anche l'indulgenza e l'assoluzione arrivano per decreto. Il vescovo di Imola, mons. Giovanni Mosciatti, ha inviato una lettera rivolta a tutti i fedeli con l'invito a unirsi in preghiera nelle due date indicate da papa Francesco. In allegato ha aggiunto il suo decreto con cui dispone l'assoluzione anche senza la confessione e il decreto della Penitenza apostolica che concede l'indulgenza a chi è colpito dal coronavirus e a tutti quanti se ne prendono cura.

Il primo appuntamento di preghiera con il Papa era in programma stamattina alle 12. Il secondo è previsto venerdì prossimo 27 marzo, alle ore 18. <Papa Francesco – scrive il vescovo - presiederà un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota. Invito tutti a partecipare spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione. Ascolteremo la Parola di Dio, eleveremo la nostra supplica, adoreremo il Santissimo Sacramento, con il quale al termine il Papa ci darà la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria>.

E a proposito di indulgenza, il vescovo scrive che <per l’emergenza sanitaria la Chiesa offre la possibilità per ammalati, operatori sanitari, ai famigliari e chi si prende cura dei malati, anche con la preghiera, di ottenere l’Indulgenza plenaria. Lo ha stabilito un decreto straordinario pubblicato dalla Penitenzieria apostolica vaticana. Una nota, che accompagna il decreto, stabilisce anche che «per la gravità delle attuali circostanze» e «soprattutto nei luoghi maggiormente interessati dal contagio pandemico e fino a quando il fenomeno non rientrerà», ricorda la possibilità di impartire «l’assoluzione collettiva», cioè a più fedeli insieme, «senza la previa confessione individuale». Per ottenere l’Indulgenza plenaria, spiega il Decreto, i malati di coronavirus, quanti sono sottoposti a regime di quarantena e gli operatori sanitari e i familiari che, si espongono al rischio di contagio per assistere chi è colpito dal Covid-19, potranno, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, unirsi spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, alla pia pratica della Via Crucis o ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, «per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé», con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile.>

Per quanto riguarda invece le confessioni, il decreto del vescovo dispone che <i sacerdoti assistenti religiosi presso le strutture, i presidi ospedalieri e le case di cura possano impartire l'assoluzione a più penitenti senza previa confessione individuale quando gli ammalati ivi ricoverati siano in pericolo di vita o si trovino in reparti in cui non sia possibile garantire il segreto della confessione e le adeguate misure sanitarie. L'assoluzione può essere impartita anche al personale sanitario che ne faccia richiesta. Si provveda a impartire l'assoluzione in modo che i presenti possano ascoltare le parole del sacerdote, rispettando, per quanto possibile, le sensibilità dei non credenti o di chi non sia cristiano..I penitenti, per quanto possibile siano in qualche modo avvisati delle condizioni previste per ricevere l'assoluzione: il pentimento per i propri peccati e il proposito di confessare quelli gravi quando, superate le attuali circostanze o riottenuta la salute, si potrà accedere alla confessione individualeAl termine delle circostanze straordinarie e di emergenza a causa della grave epidemia Covid-19, sarà emanato un decreto che indicherà la scadenza di tale disposizione.>

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