«Coronavirus, evitate il panico in Italia non sta circolando»

Rimini

RIMINI. «La prima cosa è evitare il panico: non c’è motivo. Nel nostro Paese ci sono solo tre persone colpite e tutte sono state infettate fuori dall’Italia». Raffaella Angelini, direttrice del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Azienda Usl Area Vasta Romagna, torna sull’emergenza Covid-19 il nome che l’Organizzazione mondiale della sanità ha dato al coronavirus. I morti registrati sono 1.310. I nuovi casi confermati dalle autorità dello Hubei, la regione epicentro del contagio, sono improvvisamente schizzati a 14.840 rispetto ai 1.600 del giorno precedente, di gran lunga il balzo più alto dall'inizio della crisi sanitaria, portando il totale a quasi 50 mila. Qualche giorno fa il ministero dell’Istruzione ha inviato una circolare in cui chiede agli Uffici scolastici regionali e alle scuole, di segnalare eventuali casi alle Aziende sanitarie del territorio.

«Da parte nostra c’è la massima attenzione – spiega Raffaella Angelini –, affinché le cose vadano nella maniera migliore; la circolare del ministero verrà attuata in Romagna come nel resto d’Italia. Le indicazioni sono chiare, i dirigenti segnalano, ma noi non divulghiamo informazioni di nessun tipo anche per evitare che si diffonda il panico. Comunque non c’è alcun motivo per aver paura. Nel nostro Paese non c’è trasmissione del virus: si registrano solo tre casi, due cinesi e un ragazzo della provincia di Reggio Emilia, tutti ricoverati allo Spallanzani e infettati al di fuori dall’Italia».

Gli esperti ritengono che il periodo di incubazione del virus duri all’incirca quattordici giorni. Da qui la decisione di una quarantena lunga due settimane. Ma recenti studi sembrano suggerire che il virus si possa manifestare in 24 giorni, cioè dieci in più del previsto. Un dubbio relativo al quale Angelini chiarisce: «Dobbiamo attenerci alle fonti ufficiali a cui tutta la sanità fa riferimento in caso di epidemia: per l’Europa sono l’Oms e l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie che ha sede a Stoccolma. Ogni giorno viene diramato un bollettino e sul fronte dell’incubazione non è stato modificato nulla: si tratta di massimo 14 giorni perché nella maggior parte dei casi osservati i tempi sono molto inferiori, massimo 12 giorni. Il parere delle agenzie internazionali è autorevole e noi dobbiamo fare in modo che venga rispettato». Per l’Ausl Romagna dunque un forte allarme è ingiustificato. «Certo dobbiamo stare attenti, a partire dalla sanità: ma fra stare attenti e farsi prendere dal panico c’è molto distanza – conclude –. I cittadini possono stare tranquilli: in Italia il virus non sta circolando. C’è il picco di influenza, ma è un’altra cosa».

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