Coronavirus: docente cesenate diffonde un'app anti contagio

CESENA. Una app per tenere traccia, sul proprio smartphone o su altri dispositivi mobili, degli spostamenti fatti nel corso del tempo. Il tutto per contenere il contagio da Covid-19, soprattutto in caso di una recrudescenza dell’epidemia in queste settimane in cui sono state allentate le restrizioni alla libertà di movimento.
Si chiama “Digital Arianna”, e il nome scelto non è casuale: è un riferimento mitologico al famoso filo che Arianna diede a Teseo per poter segnare la strada percorsa nel labirinto del minotauro e quindi uscirne agevolmente. In questo caso il minotauro è il coronavirus e a fornire un gomitolo non di lana ma in forma digitale è l’Università di Urbino.
App scaricabile gratis
Nel contesto accademico urbinate, in collaborazione con “Digit srl”, spinoff universitario e col contributo volontario di “civic hackers”, sviluppatori e ricercatori, ha visto la luce l’applicazione, che è già scaricabile gratuitamente. Il progetto è stato ufficialmente lanciato mercoledì ed è decollato immediatamente dopo, giocando d’anticipo rispetto alla app “Immuni” di cui si parla da parecchie settimane ma che sta tardando.


Scudo anti-contagi
L’idea di partenza è semplice. Per fronteggiare la diffusione del virus è essenziale risalire ai luoghi e alle persone che si sono frequentate durante il periodo di incubazione. Tramite la app “Arianna”, i dati sono conservati esclusivamente sul dispositivo personale dell’utente, che può decidere liberamente di consultarli, esportarli ed eventualmente incrociarli con informazioni di pubblica utilità.
Alessandro Bogliolo, responsabile del progetto “Digital Arianna”, ha sintetizzato così questo concetto: «Avendo a disposizione un ausilio alla memoria, non c’è alcun motivo per non usarlo ed è questo il momento per farlo. Perdere memoria degli spostamenti proprio nei primi giorni dopo il lockdown sarebbe un’ingenuità inaccettabile».
L’incentivo “Wom”
Si è anche pensato a un incentivo: «Adottare comportamenti responsabili e conservarne memoria è il modo più efficace con cui ogni individuo può contribuire alla salute pubblica - hanno spiegato i promotori dell’iniziativa - Tale contributo viene quantificato in “Wom”, speciali certificati che riconoscono il valore sociale delle azioni individuali. Si tratta di una sorta di voucher a cui esercenti e fornitori di servizi possono attribuire un valore concedendo sconti e agevolazioni. Questo semplice meccanismo premiale contribuisce alla coesione sociale, attribuendo un valore al rispetto delle misure di prevenzione e lega questo atto di responsabilità all’economia dei territori coinvolti».


“Ambasciatore” cesenate
A Cesena ha sposato con entusiasmo il progetto “Arianna”, di cui si sta facendo “ambasciatore”, il professore Mario Alai, che insegna Filosofia all’Università di Urbino. Nato nel 1952 e residente in via Curiel, è da sempre impegnato in ambito sociale e civico, oltre che nell’attività didattica (dal 1989 al 2002 ha anche insegnato filosofia e storia al liceo scientifico “Righi”). In questi giorni si sta prodigando per fare conoscere al maggior numero possibile di residenti della sua città il nuovo strumento anti-Covid lanciato a Urbino. La sua speranza è che i cesenati siano tra i pionieri di questa nuova forma di responsabilità collettiva a tutela della salute di tutti e di ciascuno, grazie alle potenzialità delle tecnologie.

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