Coronavirus, da Ravenna a Londra per l'azienda che cerca il vaccino

Ravenna

RAVENNA. Vive a Londra e si trova durante la grande pandemia ad essere advisor dell’azienda farmaceutica con le ricerche fra le più avanzate per il vaccino che tutto il mondo attende.Giorgia Leoni lo conosceva sin dall’età di cinque anni l’ambito dove avrebbe voluto lavorare: «Realizzai già allora che mi vedevo come amministratore delegato di un’azienda farmaceutica». E in effetti, il prestigio del suo incarico e il settore dove è impegnata non si discosta tanto dai sogni, certamente non così diffusi, che aveva da bambina. Ora ha 37 anni e il percorso che ha compiuto e la posizione che occupa fa presumere che entro i 40 potrebbe essere partner del colosso EY, network mondiale della consulenza che impiega poco meno di 300mila addetti. La sua storia ha concluso il ciclo Ravenna andata e ritorno - Esperienze di viaggi, innovazione e crescita, una serie di sei incontri online che hanno visto come protagonisti talenti della nostra città che hanno vissuto o stanno vivendo importanti esperienze “lontano”, senza perdere il legame con la loro città. Il percorso, organizzato da Art-ER Area S3 insieme a Tecnopolo di Ravenna, Incubatore CoLaboRA, Laboratorio Aperto e Cresco Coworking si è tenuto in collaborazione con Corriere Romagna e Radio Sonora.


Giorgia Leoni dirige per Ernest&Young il comparto Life and sciences e finiti gli studi al liceo classico Dante Alighieri aveva un vantaggio rispetto alla gran parte dei coetanei, le idee chiare: «Mi iscrissi a Farmacia, a Bologna. Sin da allora ero affascinata però dal mondo del management e benché abbia passato un anno, durante l’università, a Miami nella ricerca delle malattie neurologiche associate all’abuso di sostanze, decisi di proseguire con un master alla Bocconi». Come per Miami, all’Sda Giorgia arriva per aver vinto una borsa di studi.
Di lì a breve si troverà a Ginevra, alla Eli Lilly and Company e avrà due “epifanie” in breve tempo: «Innanzitutto che non sapevo lavorare, anche dopo 18 mesi in Bocconi. Avevo acquisito un metodo, delle soft skills, ma non competenze. Ed in seguito che la vita in una società farmaceutica sarebbe stata troppo rigida, gerarchica. E che avevo bisogno di qualcosa di diverso».
Questa è la consapevolezza che la porta ad EY, dove per poter dirigere team di altissimo livello ed essere consulente di realtà dalle molteplici competenze si è esercitata dirigendo un’orchestra senza conoscere la musica: «Per quanto ci si prepari, è impossibile raggiungere la conoscenza specifica di ogni collega sul proprio argomento. Quindi, per dirigere, serve capire quale tua caratteristica completa quelle degli altri. A me aiuta molto essere romagnola: mi considerano un po’ opinionated, noi diremmo “ruspante”. Ma ogni mentore mi ha incoraggiata a esaltare questo mio modo di essere, e non di frustrarlo. Non si può essere leader se non esprimendo sè stessi». Il mondo post-coronavirus lo vede dominato «da chi saprà adattarsi, essere flessibile, a chi peserà il lavoro dei dipendenti secondo gli obiettivi conseguiti e non le ore di lavoro lavorate in sede». E senza spegnere gli entusiasmi, raccomanda prudenza sul vaccino del Covid-19. Astrazeneca, che è il principale cliente seguito da Giorgia e che collabora con Oxford e l’Irbm di Pomezia, ha annunciato accordi per la produzione di 400mila dosi entro settembre del vaccino sperimentale, che saranno un miliardo entro il 2020: «Quello del test del vaccino non rimarrà comunque un passaggio banale – conclude Giorgia –. I tempi sono accelerati in maniera importante rispetto alle aspettative ma per una risoluzione del problema dovremo attendere il 2021».

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