Coronavirus, ecco come avverrà la sperimentazione di farmaci a Medicina

Imola

IMOLA. Sono due le équipe formate da un medico di continuità assistenziale e da un’infermiera territoriale che domattina avvieranno le prime visite al domicilio dei pazienti residenti a Medicina con sintomi febbrili e respiratori, candidati ad aderire alla sperimentazione dell’intervento di profilassi terapeutica precoce con idrossiclorochina associata ad antivirali e/o antibiotici, 250/300 complessivamente quelli potenzialmente interessati. La ragione della sperimentazione, specifica l'Ausl e lo ha ribadito, dopo averlo annunciato ieri, il commissario regionale Sergio Venturi nel suo ultimo aggiornamento pomeridiano di oggi, parte "dall’evidenza di un aumento, in queste ultime settimane, dell’accesso ai pronti soccorso di pazienti che necessitano di ricovero, per un peggioramento della malattia che stavano trascorrendo al domicilio.A questo trend epidemiologico, si associa un’evidenza sul ruolo della terapia antivirale precoce con clorochina ed idrossiclorochina associata a farmaci anti virali e/o antibiotici".

Ecco perché si è deciso, in stretta collaborazione con l'Unità di Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola diretta dal professor Pierluigi Viale, di avviare una sperimentazione per verificare se l’avvio di una terapia precoce possa evitare un certo numero di malattie gravi, risparmiando ricoveri, soprattutto in terapia intensiva. Il centro abitato di Medicina e la frazione di Ganzanigo, eccezionalmente colpite dall’epidemia di CoV-19 in corso, attualmente già perimetrate come "zona rossa" dal 15 marzo, contano circa 12.000 residenti che sono distribuiti su di un’area di circa 9 Kmq. Se si rapportano i casi accertati di positività al Covid 19 alla popolazione residente, spiega l'Ausl: "si ottiene una incidenza cumulativa del virus molto più alta della media, pari a 10,5 casi x 1000 abitanti e con una mortalità dell’11,9%. Queste particolari condizioni ha reso la popolazione residente in quest’area particolarmente adatta come target dello studio".

“Attualmente sono circa 115 le persone con Covid19 accertato nell’area confinata di Medicina – spiega Andrea Rossi, medico igienista, epidemiologo e direttore generale dell’Ausl di Imola –. Poco più della metà sono ricoverate, per cui il target dell’intervento è di circa 150 persone tra  Covid positivi, loro contatti stretti che hanno iniziato a mostrare sintomi ma non ancora accertati e altri con sintomi suggestivi che sono stati segnalati dai medici di famiglia o che hanno contattato autonomamente l’Azienda Usl”.

Queste persone saranno prima contattate telefonicamente dai 5 medici e dai 10 infermieri arruolati per questa sperimentazione per un primo triage telefonico, a cui seguirà una visita a domicilio. A seguito di una prima valutazione clinica, al paziente si chiede di aderire alla sperimentazione e, qualora accetti, gli viene consegnata la terapia per una settimana e viene eseguito il tampone (se caso non ancora accertato). La combinazione dei farmaci cambia a seconda di una serie di parametri rilevati in corso di visita e a seguito dell’effettuazione di alcuni esami diagnostici eseguiti al domicilio. Un primo controllo specialistico viene eseguito dopo 48 ore, questa volta portando i pazienti in ospedale. “Ringraziamo il Prof Viale per questa proposta e per la collaborazione che ci sta garantendo, anche attraverso il supporto di due suoi infettivologi che da sin dai prossimi giorni seguiranno il progetto – conclude Rossi –. Se il modello dimostrasse l’efficacia che speriamo nel diminuire i casi di malattia che progrediscono negativamente, si giustificherebbe ampiamente il grande sforzo organizzativo che stiamo mettendo in atto”.   

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