Coronavirus, a Ravenna via allo screening tra le forze dell'ordine

Ravenna

RAVENNA. Dopo medici, infermieri e personale sanitario, da ieri è iniziato lo screening delle forze dell’ordine che proseguirà anche nei prossimi giorni; si stima infatti che siano circa 2.600 le persone in divisa che si sottoporranno al test, eseguito su base volontaria. «Abbiamo strutturato il lavoro secondo un’organizzazione specifica supportata sia dalla parte sanitaria che infermieristica per rispettare incarichi, attività e ruoli istituzionali che ognuno di loro svolge in modo da contemperare le esigenze di servizio e quelle sanitarie. Un lavoro in sinergia» spiega Giuseppe Latorre, referente dell’Ausl per il monitoraggio sierologico.

Il tutto secondo un percorso già applicato ai camici bianchi basato su tre step che consente di ottimizzare accertamenti clinici e privacy. Il primo passo consiste nel prelievo di una goccia di sangue da un dito tramite una piccola puntura; l’analisi del test rapido offre una prima risposta in un quarto d’ora. «E in questo modo nell’arco di appena un’ora riusciamo a garantire non solo l’esecuzione dell’analisi ma anche la consegna del referto a una platea di 20-25 persone» prosegue Latorre. L’accertamento sierologico offre un primo responso indicando la negatività o il probabile contatto con il virus in base ai valori di IgM e IgG: in pratica attraverso le immunoglobuline è possibile ricercare segnali della presenza o meno del covid-19 attraverso gli anticorpi prodotti dall’organismo. In caso di positività verrà eseguito un prelievo di sangue e se anche il test immunoenzimatico dovesse confermare il risultato, l’operatore verrà sottoposto al tampone. «Così facendo nell’arco di pochissimo tempo riusciamo a definire la diagnosi corretta in modo da permettere o il rientro al lavoro o la prosecuzione dell’isolamento».

Un lavoro ciclico. «Stiamo infatti ripetendo i test per i reparti e gli altri servizi già monitorati, poi finito il primo percorso verranno sottoposti nuovamente a controllo gli appartenenti alle forze dell’ordine e così via. L’obiettivo è quello di individuare eventuali contagi di persone asintomatiche». E per fortuna finora i casi di positività accertati sono pochi. Merito anche dell’attenzione di chi è in prima linea. «Sia gli operatori sanitari che gli esponenti delle forze dell’ordine sono estremamente attenti a usare mascherine e guanti» osserva Latorre.

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