Coronavirus a Cesena: 50 giorni e 8 tamponi ma ancora non è guarita

Cesena

CESENA. Dopo 8 tamponi e quasi 50 giorni di isolamento nella sua camera Federica Cuni, personal trainer cesenate, sta ancora aspettando il giorno in cui potrà dirsi guarita e lasciarsi alle spalle la malattia.
La scelta di raccontare
Risultata positiva a inizio marzo, lei è la prova che non sono solo gli anziani con malattie pregresse ad ammalarsi: «La mia - racconta Federica Cuni - è una vita super attiva, sono una sportiva, ho sempre avuto un’alimentazione sana. Per queste ragioni la malattia causata dal Covid la vedevo molto lontana… invece capisci di essere come tutti, che puoi essere debole. È anche per questo che ho deciso di condividere la mia storia sui miei social: troppi giovani sottovalutano questa malattia».
«Io ho cominciato a stare male a inizio marzo - racconta - la prima cosa che ho notato è stata la grande stanchezza, un paio di giorni dopo mi è venuta qualche linea di febbre, ed era strano perché io non mi ammalo mai e da subito è comparso l’affanno. Il mio medico di base ha riconosciuto immediatamente i sintomi attivando l’Asl che è venuta a casa a farmi il tampone». Poco dopo, mentre la febbre cominciava ad alzarsi, sono comparse le difficoltà respiratorie: «La prima settimana è stata durissima: febbre alta e dispnee, la sera avevo paura ad addormentarmi, non riuscire a respirare bene è una sensazione che non si riesce a spiegare. Sentivo il fuoco dentro, mi bruciava, la schiena, il petto. Dopo la prima settimana la febbre ha cominciato a scendere, i sintomi si sono attenuati dopo circa una ventina di giorni ho avuto quella che pare essere a tutti gli effetti una ricaduta: di nuovo la febbre, la fatica a respirare, il bruciore alla schiena».
Quando la malattia ha cominciato a darle tregua è cominciato lo stillicidio dei tamponi, quelli che vengono fatti a 48 ore di distanza per poter essere guariti: «Ne ho già fatti 8: negativo, positivo, negativo, positivo… L’ultimo lo fatto domenica e sono risultata di nuovo positiva. Questa cosa mi ha messo davvero alla prova sotto il profilo psicologico. In questo momento anche poter uscire dalla mia stanza, potermi muovere per il resto della casa mi sembra già un sogno».
Ma anche quando racconta dei momenti più duri della malattia e della frustrazione di questi giorni, Cuni non perde il suo ottimismo: «Ho sempre cercato di dare positività in tutto quello che faccio e in questi giorni in cui ero io ad essere in difficoltà mi è tornato indietro tantissimo, tantissimi messaggi di affetto e di vicinanza che sono stati fondamentali ad affrontare questo periodo. Avere accanto persone che ti aiutano e ti sostengono è fondamentale, io mi sento fortunata ad essere circondata da persone così, a partire dal mio fidanzato».
L’inattività forzata ha cambiato il suo corpo: «Ho perso quasi sei centimetri di muscolo nella coscia, e ancora a mi viene l’affanno camminando per casa, ma ho capito che darmi una routine positiva è fondamentale per la mente oltre per il corpo, ed è una cosa che consiglio a tutti».
Yoga, meditazione, respirazione e anche riflessologia plantare, sono le discipline a cui si è avvicinata in questo periodo, «ho imparato a conoscermi meglio, ad accettare quello che mi stava succedendo». «Il mio corpo è davvero cambiato e destabilizzato - racconta ancora - Un po’ alla volta sto cominciando a muovermi: sono partita da una camminata in casa di 5 minuti, poi 10, oggi provo per 15 minuti, poi esercizi posturali, perché l’allettamento ha portato mali che non avevo mai avuto, allungamenti, e esercizi respiratori. Ci vorrà ancora un po’ ma non mi lascio abbattere».

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