Coriano. Strage di pecore: è allarme lupi

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Strage di pecore nell’azienda agricola di Mulazzano di Coriano. L’ennesimo attacco portato dai lupi nelle ultime ore suscita la forte reazione da parte della Coldiretti di Rimini, decisa a chiedere l’intervento e la collaborazione delle autorità preposte per contenere una condizione che provoca seri danni diretti ed indiretti alle aziende agricole. Il rischio è che anche il risarcimento del danno sia insufficiente, nonostante il piano di intervento predisposto dalla Regione Emilia Romagna. L’ultimo episodio in ordine di tempo segnala la morte di otto pecore e la dispersione di dieci corpi. Il presidente Coldiretti, Guido Cardelli Masini Palazzi, il direttore Alessandro Corsini e il vice direttore Giorgio Ricci, parlano di una situazione non più sostenibile. Quella dei lupi è una emergenza ben più grave rispetto a quella dei cinghiali. «Con il ritorno del lupo, il lavoro dei pastori e degli allevatori è notevolmente cambiato divenendo sempre più complesso e oneroso – afferma Palazzi – perché in realtà sono state stravolte le abitudini di una pratica storica. Non è infatti più possibile lasciare gli animali allo stato brado, impiegando il tempo in tutte le altre attività che caratterizzano il lavoro in montagna, dalla mungitura del latte alla fienagione. Negli ultimi anni si è infatti reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle da attacchi di lupi in quanto recinzioni e cani da pastore a volte non sono sufficienti a scongiurare il pericolo. Oltre a dover fare la conta dei danni diretti, gli allevatori subiscono anche pesanti perdite economiche indirette, per le quali non è prevista alcuna forma di indennizzo. In seguito agli attacchi da lupi - osserva Palazzi - oltre agli animali che si disperdono (se le carcasse non vengono trovate l’allevatore non ha nemmeno diritto al risarcimento), c’è da mettere nel conto lo stress subito dagli animali che provoca aborti e drastiche riduzioni della produzione di latte, con le ovvie conseguenze economiche». «I risarcimenti dovrebbero essere congrui per far fronte ai danni diretti ed indiretti – aggiunge il direttore Corsini – perché i soldi pubblici non sono certo un arricchimento o un aiuto indebito, ma un dovuto sostegno a chi deve ricostituire un’azienda compromessa da fattori esterni, come appunto i lupi che, in condizioni normali non dovrebbero potersi spingere nelle nostre realtà territoriali fino ad una mandria al pascolo o ad un gregge». «La Regione Emilia Romagna sul fronte dei danni – precisa Ricci – interviene con i finanziamenti per la prevenzione, ma le risorse sono insufficienti e in molti casi gli attacchi si manifestano anche in presenza di recinti, dissuasori acustici, cani da guardia. Occorre – conclude – intervenire sulla questione lupi e trovare soluzioni per contrastare in concreto una situazione inaccettabile per gli allevatori riminesi che hanno investito nella zootecnia impegnandosi a presidiare le nostre colline».

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