Coppie gay e doppio cognome ai figli «Ora è una strada percorribile da tutti»
RICCIONE. La sentenza del tribunale sul caso delle due mamme riccionesi potrebbe fare da apripista per altri simili. «Anche se non vincola la sentenza dimostra che la strada del riconoscimento è percorribile - commenta Marco Tonti, presidente Arcigay Rimini Alan Turing - Sono molte le amministrazioni che si trincerano dietro questa omofobia burocratica causata dalle lacune legislative. Devono smettere di metterci i bastoni tra le ruote, presto o tardi ai risultati ci arriviamo, di mezzo ci sono bambini che soffrono». I bambini gemelli di Giada e Serena nati da un ovulo fecondato della prima ma innestato e portato avanti in gravidanza dalla seconda, avranno il cognome di entrambe e potranno richiedere la carta d’identità con indicazione delle due mamme come genitori. In un primo momento il Comune aveva respinto la possibilità in quanto la normativa italiana non prevede questi casi.
L’altro caso e il vuoto normativo
Nel 2018 a Coriano si apri il caso di Christian e Carlo, papà di due gemelli eterozigoti nati a Las Vegas attraverso una maternità surrogata: hanno il corredo genetico della donatrice degli ovuli e poi ognuno ha i geni di uno dei due papà. Un caso per alcuni aspetti diverso.«Il comune di Coriano non ha negato la trascrizione - spiega la sindaca Domenica Spinelli -, ma ha sospeso la decisione in attesa di risposta al quesito posto al ministro dell’interno. L’intenzione è quella di colmare il vuoto normativo e di evitare che l’ufficiale di anagrafe rischi di commettere il reato di falso in atti di ufficio. Ad oggi non abbiamo avuto risposta in merito».