"Conversazioni riminesi" sulla grande musica in riviera

Continuano le “Conversazioni riminesi. Appunti per la storia della città”, la prima serie di incontri con testimoni, osservatori e studiosi, organizzati dall’Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea della provincia di Rimini in collaborazione con la biblioteca civica Gambalunga, con lo scopo di creare un archivio di testimonianze e fonti sulla storia contemporanea della città e aprire un dibattito utile al presente e al futuro.

Il prossimo appuntamento dal titolo “Ma che musica ragazzi…”  sarà venerdì 17 marzo alle 17.30 in Cineteca a Rimini e vedrà protagonisti Fabio Bruschi, Massimo Buda, Pier Pierucci, che hanno vissuto in maniera estremamente intensa come organizzatori e promotori culturali delle serate in Riviera tra gli anni Settanta e Ottanta. A moderare l’incontro sarà Riccardo Fabbri.

Numerosi sono i libri, i saggi, gli articoli che si sono interrogati e che raccontato la città uscita dalle distruzioni della Seconda guerra mondiale, ma più esili sono gli studi sui decenni successivi, per la cui comprensione si avverte la necessità di introdurre nuove politiche conservative su cui fondare ipotesi e indirizzi di ricerca.  Da qui la scelta di interrogare e mettere a confronto i testimoni e gli osservatori della storia cittadina contemporanea.

«Musica e Riviera, un rapporto intensissimo – spiega Massimo Buda –. Specialmente a Rimini, il centro della “metropoli balneare” di almeno 60 km di lunghezza da Cervia e Milano Marittima fino a Cattolica e Gabicce, che accoglieva numerosi luoghi di musica dal vivo.
In occasione di questo incontro parleremo dell'evoluzione del nesso “musica e Rimini” attraverso la storia dei principali eventi che lo hanno caratterizzato, in periodi e luoghi a partire da Fred Buscaglione a fine anni '50 e Mina fino a metà anni '60 (entrambi nel mitico Embassy)».

«Poi l'Altromondo con lo storico concerto di Lucio Battisti il 7 agosto 1970 e le jam session, più altri show epocali come Ray Charles, Tina Turner e James Brown – continua Buda –. Altri club molto attivi nei primi '70 come la Locanda del Lupo (che accolse i Genesis) e Quinta Dimensione (Brian Auger), poi quelli degli anni '80 e '90 come l'Officina Putilov di Viserba (N.O.I.A., Windopen) diventata lo Slego (Fleshtones, Long Ryders, Cult e un'infinità di altre band) e come in seguito il Velvet (Jethro Tull e un'altra miriade di live). In più i grandi eventi al Palasport (Ultravox), alla Corte degli Agostiniani (Marianne Faithfull) e allo Stadio Romeo Neri: Adriano Celentano, Lucio Dalla e Francesco De Gregori col tour "Banana Republic", Zucchero e Miles Davis, lo storico concerto della band new wave statunitense Devo il 18 giugno 1980. Questi i primi a venirmi in mente, di una serie di concerti grazie ai quali da Rimini è passata alla storia della musica pop-rock del '900».

«Un excursus che partirà prima dei Beatles tra melodici e urlatori per poi arrivare al boom del 1963 con l’arrivo dei Fab Four e la loro ascesa – sottolinea Fabio Bruschi, tra i fondatori di Officina Putilov e Slego in collaborazione con Arci e Radio San Marino –. Poi un tuffo nella Rimini a perdersi tra l’Omnia, il primo supermarket all'americana, e la Dimar, la Mecca dei dischi, passando per la trasformazione dal dancing felliniano alla discoteca spaziale. Ancora uno sguardo particolarmente attento al 1967 con l’Altromondo, Sergeant Pepper’s e gli scioperi dell’ITI. In attesa di vederci all’incontro vi snocciolo una chicca: nel 1988 il grande linguista Tullio De Mauro inserì nel dizionario italiano la voce “slego” con il significato di “ballo frenetico e convulso” accompagnato dalla locuzione “da slego”: particolarmente eccitante». Ingresso libero. Info: 0541 24730.

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