Contraddizioni su Dad e tamponi: da Cesena un ricorso al Tar

Cesena

“No alla didattica a distanza ed ai tamponi d’obbligo per stare in classe”. Il fronte dei genitori contrari alle restrizioni scolastiche si sta organizzando. Per dare visibilità pubblica alla protesta ma anche per opporsi a che la Dad prosegua: con un apposito ricorso al Tar contro le decisioni del Governo e soprattutto della Regione. Per venerdì alle 16.30 in piazza Della Libertà a Cesena è fissato un appuntamento pubblico di protesta e sensibilizzazione. Parallelamente (su Cesena tramite l’avvocato Riccardo Luzi, che è anche genitore) si chiederà ufficialmente al Tar il ritorno sui banchi.

Genitori contro la Dad

«Numerosi genitori si sono attivati per ricorrere alla giustizia - spiega l’avvocato Luzi - a seguito della ordinanza che attribuisce il cosiddetto colore arancione scuro ai territori. Per noi si tratta di un provvedimento del tutto illegittimo che come al solito scarica le inefficienze della pubblica amministrazione sui cittadini». Al Tar verrà portato come sia scritto nero su bianco dalla Ausl Romagna a firma di Tiziano Carradori come... “A questo spiccato aumento dei nuovi casi, non corrisponda per il momento un proporzionale aumento dell’ospedalizzazione in tutti gli ambiti della degenza. Un fenomeno influenzato dalla ridotta età dei nuovi casi. Facendo una simulazione sulla massima pressione ospedaliera questa si attesterebbe a 547 ricoveri al 22 marzo, significativamente al di sotto della capacità massima già assorbita dal sistema ospedaliero a gennaio…”, «Altrettanto criticabile l’operato di Kyriakoula Petropulacos direttrice del Dsp Emilia Romagna - spiega l’avvocato Luzi - che non può applicare meccanicamente le norme, ma deve necessariamente eseguirle in coerenza con i parametri della logicità, proporzionalità ed adeguatezza».

Al Tar i tamponi

Davanti al Tar verrà illustrato come tutto l’impianto ruoti sul meccanismo dei tamponi. «Il campione prelevato con il tampone viene analizzato con il metodo RT-PCR. Vengono amplificati mediante un numero di cicli. L’amplificazione ha una crescita esponenziale; questo significa che ben diverso è il passaggio dal decimo all’11° ciclo, rispetto a quello dal 30° al trentunesimo; più si aumentano i cicli e meno affidabile è l’esito e sembra che le Ausl territoriali eseguano ancora dai 35 a 41 cicli di amplificazione. I debolmente positivi sono per lo più quelli risultati tali dopo un numero elevato di cicli. Con esami simili qual’è il reale senso di questa “positività” vista la quasi nulla capacità di infettare di questi soggetti? Insomma, onestà vorrebbe che l’esito del tampone venisse indicato come negativo».

Quarantene

Il Ministero della salute precisa le indicazioni sui criteri per porre fine all’isolamento: un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso; oppure un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il 10° giorno. Si prevedono test differenziati per i bambini. «La frequenza scolastica è invece tuttora regolamentata dalle linee guida emanate dal Ministero della istruzione di concerto con il Ministero della salute ed esclude che si possa parlare di contatto stretto o pericolo di contagio soprattutto dopo che nel Dpcm del 03.11.2020 la mascherina era stata imposta agli studenti anche in condizione statica. Con altre prescrizioni da rispettare in merito ad ingressi contingentati e distanziamento. Si tratta pertanto di una presunzione legale di sicurezza confermata dall’Ausl. Il nuovo protocollo per la gestione di un caso Covid-19 della Regione è del tutto contraddittorio e soprattutto in contrasto con le linee guida scuola e il quadro delle disposizioni generali. Qui si parla che in caso di contatti stretti con il contagiato nelle 48 ore precedenti l’esordio dei sintomi/effettuazione del tampone del caso confermato “...Tutti i contatti individuati sospenderanno la frequenza fino all’effettuazione, nel tempo più breve possibile, da parte del Dsp, di un test antigenico rapido”. Insomma viene considerato d’improvviso tutto “contatto stretto” quando la definizione di contatto stretto è antitetica rispetto a quella proposta dal nuovo protocollo visto che la mascherina veniva imposta da prima assieme al resto del severo protocollo scolastico. Una conclusione illogica, antigiuridica ed inoltre dannosa sia per l’erario con incrementi di costi che per la scuola che rischia di essere ulteriormente ingessata. Stando cosi le cose occorre domandarsi se sia legittimo un obbligo di sottoporsi ad un test antigenico rapido e se la sottoposizione al test possa costituire condizione per la riammissione a scuola. Un test che va fatto previo consenso ma che ora la Ausl impone a pena di esclusione (non quarantena ne isolamento) dalla scuola per 14 giorni. Una cosa per noi illegittima».

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