Continua la corsa dei prezzi: a Ravenna farina aumentata del 16%

RAVENNA - Continua la corsa dei prezzi di farina, grano e le altre materie prime per la filiera dell’alimentare. In un mese il prezzo della farina di grano tenero utilizzata per il pane, secondo la borsa prezzi della Camera di commercio, è cresciuto di 90 euro a tonnellata passando da 565 a 655 euro. Prezzo che riguarda la tipologia meno cara mentre la più costosa è passata da 685 a 770 euro ogni mille chili. I rincari toccano tutti i tipi di farina: la crusca a metà febbraio costava 195 euro a tonnellata, ora arriva fino a 252 euro.

L’aumento dei prezzi era già in atto ma la guerra in Ucraina, per la quale in molti temono una crisi alimentare, ha innescato una spirale ulteriore di aumento dei prezzi. Il frumento tenero di produzione nazionale si è arrampicato fino a quota 435 euro, partendo da 377 (prezzi sempre riferiti ad una tonnellata di prodotto) mentre quello di tipologia “Northern Spring” - di produzione statunistense – è aumentato di 62 euro a tonnellata, arrivando a 500 euro. Unico prezzo in controtendenza è quello del frumento duro di produzione nazionale che rispetto ad un mese fa ha diminuito, per tutte le sue tipologie, diminuisce di una decina di euro. Ora si attesta tra i 494 e i 515 euro a tonnellata. Questo frumento, utilizzato per la pasta, è coltivato soprattutto in Puglia ma ci sono buoni quantitativi produttivi anche in Emilia-Romagna, peraltro una delle regioni che secondo l’associazione nazionale ha performato meglio nel 2021.

Esploso infine il prezzo del granoturco ad uso zootecnico, passato da 285 a 405 euro a tonnellata con un incremento del 42% rispetto ad un mese fa. I semi oleosi, sempre destinati al consumo animali, sono passati da 630 a 695 euro a tonnellata se provenienti dall’estero e da 629 a 688 euro se do produzione nazionale. La farina vegetale di soia tostata è arrivata a 620 euro, un mese fa una tonnellata ne costava 557.