Ha scomodato anche Dante Alighieri quando sulla collina di Misano monte ha visto spuntare una antenna per il 5G; aperta la pagina Facebook “Segnalazioni Misano Adriatico e oltre” nel “Gruppo di parcheggio da Otello” ha scritto tutto il suo disappunto. Cosa che hanno voluto manifestare anche in altri 169 frequentatori di quella bacheca. I suoi apprezzamenti e quelli di altri due iscritti alla chat, non sono andati però giù al sindaco Fabrizio Piccioni e alla sua Giunta, ed il terzetto è stato denunciato per diffamazione aggravata. Reato per cui l’“istigatore” di quella reazione a catena, secondo l’ufficio Gip del Tribunale di Rimini, avrebbe dovuto pagare 6.750 euro di multa l’equivalente di 3 mesi e spiccioli di carcere.
Non ci sta
Avrebbe, obbligatorio il condizionale, perché appena ricevuta la notifica dalla cancelleria degli uffici al secondo piano del palazzo di giustizia riminese, l’avvocato Stefano Caroli, difensore del fan misanese del Sommo Poeta, ha presentato opposizione al decreto penale di condanna. Per il legale, infatti, aver definito «un ennesimo sfregio perpetrato in quel di Misano monte» il posizionamento della nuova antenna, rivolgere «un grazie all’Amministrazione per lo scempio», definita anche composta da «botoli e ringhiosi» (terzina dal 45-48 del 14° canto del Purgatorio dedicata da Dante agli aretini e dare del «pseudo assessore alla innovazione tecnologica», non rappresenterebbe diffamazione ma un legittimo diritto di critica. Decisamente molto pesanti, invece, i termini e le illazioni sulla liceità del comportamento della Giunta usati dagli altri due co-indagati di cui al momento, però, non si conosce la fine del cammino giudiziario.
Cosa succede ora
Diverse le opzioni per l’unico del terzetto di querelati per cui si sa come si è evoluta la vicenda giudiziaria. Se ne potrà occupare il tribunale ordinario in caso di richiesta di giudizio immediato. In caso di rito abbreviato, invece, sarà lo stesso giudice a giudicarlo per la seconda volta.
L’amministrazione comunale
«L’azione che abbiamo intrapreso – ricorda il sindaco Fabrizio Piccioni – voleva essere un monito per chi usa Facebook pensando di poter dire quello che vuole impunemente. Noi riconosciamo il diritto di critica, tant’è rispondiamo sulla nostra pagina Fb e anche sui profili non istituzionali ma solo con chi si rapporta civilmente».