Confindustria appoggia Rimini capitale della cultura

Rimini

Avere il coraggio di rilanciare e guardare avanti, anche nei momenti più difficili. Investendo sulla cultura. Lo afferma con convinzione Confindustria Romagna, che – dichiara in una nota – crede fortemente nell’importanza di valorizzare il patrimonio storico culturale. L’avvio ufficiale del percorso per la candidatura di Rimini a Capitale italiana della cultura 2024 e per il riconoscimento del Tempio Malatestiano quale patrimonio dell’Unesco «rappresentano due segnali molto importanti per il futuro di Rimini, della Romagna e di tutta la Regione Emilia-Romagna – sottolinea l’associazione –. In questo momento è fondamentale avere il coraggio di intraprendere un cammino di rilancio e rinascita in ogni campo e settore. Riteniamo che Rimini, con la sua multiculturalità, interculturalità, la sua storia e la sua contemporaneità abbia tutte le carte in regola per proporsi». Ma per raggiungere l’obiettivo, aggiunge, occorre essere uniti in un progetto condiviso, ben definito e dinamico, in un cammino comune e di grande coinvolgimento.

«La sfida non ci spaventa»

Per Paolo Maggioli, presidente di Confindustria Romagna, «si tratta di una grande opportunità che può permettere a Rimini, e non solo, di diventare sempre più attrattiva. Come imprenditori e come associazione, siamo convinti che investire in cultura significhi contribuire allo sviluppo e alla crescita dei territori. Per questo sosteniamo nelle nostre tre province molte iniziative. Per Rimini ricordiamo ad esempio, La settima arte. Cinema e industria, il festival del cinema, vero e proprio progetto di condivisione, che Confindustria Romagna organizza insieme all’Università di Bologna – Dipartimento Scienze per la qualità della vita di Rimini, al cinema Fulgor e in collaborazione con il Comune di Rimini e vari partner; il sostegno alle celebrazioni per il centenario di Fellini e alla Sagra musicale malatestiana. Il danno economico e sociale per il fermo di manifestazioni culturali, cinema, teatri, musei è evidente. Ma non dobbiamo arrenderci. Il candidarci come Capitale della cultura è sicuramente ambizioso, ma a noi le sfide non spaventano. È la strada giusta da intraprendere insieme con passione».

Il senatore Barboni già in campo

Alla voce dell’Associazione degli industriali si unisce anche quella di Antonio Barboni, senatore di Forza Italia: «Accogliamo con entusiasmo la notizia della candidatura ufficiale di Rimini a Capitale della cultura italiana per il 2024 – dichiara –. Di fronte a questa grande occasione per la nostra città non possiamo rimanere indifferenti. Una città ricca di storia, cultura, e quell’ospitalità che l’ha sempre contraddistinta in Italia e nel mondo. A tal proposito ho prontamente coinvolto i nostri rappresentati di governo, affinché possano prestare la giusta attenzione che la nostra Rimini merita, rispetto anche a una procedura che prevede diverse fasi, prima della decisione finale che il Consiglio dei ministri dovrà assumere. Un’opportunità da non lasciarsi sfuggire, finalmente Rimini potrà completare la sua offerta turistica aprendosi a una platea raffinata e di pregio. Siamo pronti quindi a lavorare e a mettere tutte le forze in campo».

Festa del cinema:gli industrialinon vi rinunciano

Intanto l’associazione degli industriali della Romagna ha confermato la prossima edizione de “La settima arte. Cinema e Industria”: quest’anno la Festa del cinema di Rimini si terrà dal 28 al 30 maggio. Anche nel 2021 la manifestazione torna con l’obiettivo di sostenere e diffondere la cultura e i valori dell’industria cinematografica e di tutto il suo indotto, fra i settori più colpiti dalla crisi dovuta alla pandemia di Covid-19. La Festa del cinema si riproporrà con un programma di eventi gratuiti, ricco di proiezioni, masterclass, momenti formativi, incontri, fino alla cerimonia conclusiva di consegna del premio “Cinema e iIndustria” che nel 2020 è stato attribuito, dalla giuria presieduta da Pupi Avati, al tre volte premio Oscar Dante Ferretti, a Roberto Cicutto, Domenico Procacci, Andrea Guerra e Francesca Calvelli.

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