Confcooperative punge Rimini: "Interessi campanilistici frenano la fusione tra le Fiere"

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Come riporta l'agenzia Dire, il progetto di fusione tra la Fiera di Bologna e Ieg rischia di finire su un binario morto per gli "interessi personali e campanilisti" di Rimini. Uno dei soci privati più importanti di via Michelino, Confcooperative (con L'Operosa e Emil Banca detiene oltre il 6% delle quote) esce allo scoperto e, per bocca del presidente provinciale Daniele Ravaglia, spiega le ragioni del veto opposto dagli azionisti privati della Fiera di Bologna al progetto di integrazione proposto dai partner romagnoli. "Lo stop al progetto di fusione nasce dal comprensibile scetticismo sulla governance pretesa da Rimini", conferma Ravaglia. "A risultare inaccettabile è il fatto che per interessi personali e campanilistici si rischi di pregiudicare un'operazione che ha una portata strategica tanto significativa per il territorio e che permetterebbe investimenti importanti da parte di Regione e di Cassa Depositi e Prestiti", ricorda. Insomma, l'integrazione è ancora un obiettivo, ma non nei termini immaginati da Rimini. "Si tratta di un'operazione di grande respiro, capace di dare un'impronta sempre più internazionale al sistema fieristico regionale, che oggi come non mai avrebbe bisogno di unire le forze. Ricordo che i soci privati di BolognaFiere si erano espressi positivamente nei confronti del progetto di fusione. Sono però giunte da Ieg proposte sbilanciate, irricevibili", allarga le braccia il numero uno di Confcooperative Bologna. A mettere in stallo le trattative è la questione sorta sulla governance.

"Trovo incomprensibile mettere a rischio un progetto di questa rilevanza per quella che banalmente è una questione di poltrone", affonda Ravaglia. A non convincere il numero uno della centrale 'bianca' è anche la scelta di prendere tempo fino all'elezione dei nuovi sindaci di Bologna e Rimini: "Rimandare per questi motivi, potrebbe voler dire, di fatto, non risolvere nulla ma perdere tempo prezioso. Intanto, in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, le due società fieristiche dovranno trovare, ognuna per conto proprio, senza l'ausilio degli investimenti pubblici, certamente non delle dimensioni già preannunciate da parte della Regione e di Cassa Depositi e Prestiti, le risorse e le energie per ripartire", scandisce. Al sindaco di Bologna, Virginio Merola, Ravaglia riconosce "di aver fatto il possibile nell'interesse collettivo" e sottolinea come, allo stato attuale, Bologna Fiere debba ricercare "ogni percorso per dotarsi dei capitali necessari e pensare al proprio futuro forte del suo posizionamento, della capacità attrattiva di nuove esposizioni e delle relazioni internazionali"

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